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Ictus ischemico, l'Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena centro di eccellenza
Un altro primato per l’Italia in campo sanitario. L’azienda Ospedaliero Universitaria di Modena ha ottenuto un importante riconoscimento, l’European Stroke Organization (ESO) Angels Awards, al livello europeo: è il primo ospedale italiano per organizzazione, casistica e risultati nell’assistenza ai pazienti con ictus.
L’ESO Angels Award è parte di un programma europeo di miglioramento della qualità di assistenza ai pazienti con ictus ed è inserito all’ interno del progetto internazionale denominato Angels (Acute Networks striving for Excellence in Stroke), cioè una rete di Stroke Unit che punta a costruire percorsi di eccellenza.
Il Progetto Angels è promosso dall’European Stroke Organization (ESO), Italian Stroke Organization e World Stroke Organization, col fine di migliorare e standardizzare il trattamento dell’ictus ischemico acuto in Europa e, quindi, garantire un equo accesso ai trattamenti efficaci e tempestivi. L’obiettivo di Angels è costruire un network di eccellenza nella cura dell’ictus di 1500 ospedali “stroke-ready” in tutta Europa entro il 2019, aumentando il numero degli ospedali in grado di trattare l’ictus ed ottimizzando la qualità del trattamento in tutte le unità ictus attualmente esistenti.
L’ESO Angels Award viene assegnato a quegli ospedali in grado di garantire un’alta qualità nell’assistenza all’ictus secondo i seguenti indicatori: percentuale di trombolisi endovenose e trombectomie meccaniche sul totale degli ictus ischemici, percentuale di pazienti trattati entro 45-60 minuti dall’arrivo in pronto soccorso, percentuale dei sospetti ictus sottoposti a TC o RM in urgenza, percentuale di pazienti dimessi con una terapia di prevenzione secondaria (antiaggregante o anticoagulante in caso di fibrillazione atriale), ricovero in Stroke Unit, screening della disfagia. Per gli ospedali che aderiscono al progetto il programma prevede ogni 3 mesi la valutazione dei dati di qualità dei 3 mesi precedenti inseriti nel registro europeo SITS-ISTR coordinato dal Karolinska Institute di Stoccolma e, se rispettosi di tutti questi indicatori di qualità, il riconoscimento dell’ESO Angels Award.
“Oggi – ha spiegato il dottor Andrea Zini, responsabile della Stroke Unit della Struttura Complessa di Neurologia diretta dal prof. Paolo Frigio Nichelli – esistono 3 terapie della fase acuta dell’ictus. La prima è il ricovero in Stroke Unit, un reparto con letti e personale dedicato ai pazienti con ictus. La seconda terapia, disponibile da ormai 15 anni anche in Italia, è la trombolisi endovenosa, con rtPA (Alteplase®), un farmaco trombolitico che ha lo scopo di sciogliere il grumo di sangue nel cervello che causa l’ictus ischemico ostruendo una arteria. Dal 2015 è stata dimostrata l’efficacia anche della terapia endovascolare in caso di occlusione di grossa arteria intracranica. La terapia endovascolare con trombectomia meccanica consiste, attraverso la puntura dell’arteria femorale all’inguine, nel portare un catetere nei vasi arteriosi del collo fino ad avanzare con un microcatetere selettivamente nel vaso occluso cerebrale. Si procede poi al recupero del coagulo ematico (=trombo) mediante trombectomia meccanica con l’utilizzo di specifici devices (“stentrievers”) e aspirazione, estraendo completamente il coagulo. Tutte le terapie acute dell’ictus ischemico devono essere somministrate il più precocemente possibile, in particolare la trombolisi con rtPA entro 4,5 ore dall’esordio dei sintomi, riducendo in maniera importante il rischio di morte e disabilità”.