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13 ottobre, Giornata Mondiale della Vista: quest’anno si parla di retinopatia diabetica
Quest’anno in Italia la Giornata Mondiale della Vista è dedicata alla retinopatia diabetica, una complicanza molto grave del diabete, tra le principali cause di ipovisione e cecità.
Oggi è la Giornata Mondiale della Vista, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità – IAPB. Lo slogan di quest’anno è “Stronger together” (“Più forti insieme”) e verte sull’importanza dell’assistenza oftalmica universale. Il nostro Paese dedica invece l’appuntamento alla prevenzione della retinopatia diabetica.
Per l’occasione, sono previste tante iniziative in varie città italiane, organizzate da IAPB Italia Onlus: sono stati allestiti gazebo presso cui ritirare gratuitamente materiale informativo, ci si potrà sottoporre a check-up oculistici gratuiti e in molte località si terranno conferenze informative. Qui è disponibile l’elenco delle iniziative divise per Regione.
La retinopatia diabetica, una complicanza grave e frequente del diabete, è tra le principali cause di ipovisione e cecità, soprattutto nelle persone in età lavorativa, tra i 20 e i 65 anni. Il diabete è una malattia provocata dall’incapacità dell’organismo di utilizzare gli zuccheri in maniera corretta, per cui si ritrovano alte concentrazioni di glucosio nel sangue (iperglicemia). L’iperglicemia danneggia i vasi sanguigni di tutto l’organismo e in particolar modo quelli di minor diametro, compresi appunto i capillari della retina. L’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità – IAPB Italia onlus ha quindi deciso di promuovere una campagna informativa per conoscere più da vicino i fattori di rischio, le terapie e soprattutto come prevenirne l’insorgenza.
“La retinopatia diabetica è un’importante causa di cecità e si verifica come risultato di un danno accumulato nel lungo periodo a carico dei piccoli vasi sanguigni della retina. La retinopatia diabetica ha provocato globalmente l’1,9% della disabilità visiva (moderata o grave) e il 2,6% della cecità nel 2010. Foto: retina di diabetico (con diapositi ialini). Studi suggeriscono che la prevalenza di ogni tipo di retinopatia in persone con diabete sia del 35%, mentre quella della retinopatia proliferativa (pericolosa per la vista) sia del 7%”. (Oms, Rapporto 2016 sul Diabete).
Nel mondo 147 milioni di persone sono colpite da questa malattia oculare, su 422 milioni di diabetici, ma una diagnosi precoce può salvare la vista e tutelare la qualità della vita.
Le persone affette da diabete devono controllare frequentemente gli occhi! È importante infatti che si sottopongano ad una visita oculistica – con adeguato esame del fondo oculare – almeno una volta all’anno. Ci sono poi degli esami specifici (come fluorangiografia e OCT) per valutare l’eventuale presenza della malattia e la sua gravità. I sintomi della retinopatia diabetica spesso compaiono tardi, quando le lesioni sono già in fase avanzata e le possibilità di trattamento e cura sono ridotte. I programmi di screening ed i trattamenti precoci permettono invece di ridurre in maniera significativa le gravi complicanze visive.
La retinopatia può insorgere con qualsiasi forma di diabete ma la probabilità di esserne colpiti è più elevata se si è ammalati da un tempo più lungo: dopo 20 anni di diabete più del 90% dei malati presenta una retinopatia diabetica. L’altro fattore di rischio è rappresentato dal controllo metabolico del diabete, ossia da quanto i valori della glicemia si mantengono entro certi limiti e non presentano sbalzi eccessivi. Per questo è importante seguire scrupolosamente le indicazioni del medico e adottare uno stile di vita adeguato. Un altro fattore di rischio associato alla retinopatia è rappresentato dall’ipertensione arteriosa. Una persona può anche scoprire di essere diabetica proprio nel corso di una visita oculistica, quando nel corso dell’esame del fondo dell’occhio vengono riscontrate le caratteristiche alterazioni della circolazione della retina.
I sintomi oculari si hanno solo quando la retinopatia diabetica ha raggiunto uno stadio molto avanzato, che ha già provocato danni irreversibili o colpisce in maniera specifica la macula, la parte centrale della retina.
Può causare un abbassamento lento e graduale della vista (visus), con associata distorsione delle immagini (metamorfopsie), l’improvvisa perdita della visione in un occhio per un’emorragia abbondante (emovitreo) o per l’occlusione di un grosso vaso sanguigno della retina.
Ci sono due tipi di retinopatia diabetica:
- Forma non proliferante: i vasi retinici presentano zone di indebolimento, con dilatazione della parete (microaneurismi), e possono sanguinare, producendo emorragie retiniche, edema e/o ischemia. L’edema si verifica quando trasuda del liquido dalle pareti alterate dei capillari: il fluido provoca un rigonfiamento della retina o l’accumulo di grassi e proteine (essudati duri). L’ischemia (carenza di ossigeno ai tessuti) è il risultato dell’occlusione dei vasi capillari; la retina, ricevendo sangue in quantità insufficiente, non riesce a funzionare correttamente. Questo favorisce il passaggio alla forma proliferante.
- Forma proliferante: si presenta quando i capillari retinici occlusi sono numerosi, compaiono ampie zone di sofferenza retinica (aree ischemiche ed essudati molli). Queste zone di retina sofferente, nel tentativo di supplire alla ridotta ossigenazione, reagiscono stimolando la crescita di nuovi vasi sanguigni. I nuovi vasi sono però anomali perché hanno una parete molto fragile e si moltiplicano sulla superficie della retina. Essi sanguinano facilmente, dando luogo a emorragie vitreali, e portano alla formazione di tessuto cicatriziale, il quale, contraendosi progressivamente, può provocare il raggrinzimento e/o il distacco della retina.
Per quanto riguarda le cure e le terapie, innanzitutto è importante tenere sotto controllo la glicemia, evitando ampie oscillazioni.
In presenza di aree ischemiche, si può utilizzare la fotocoagulazione laser, che “brucia” il tessuto retinico, con successiva cicatrizzazione. L’ustione blocca la progressione della malattia perché impedisce la liberazione del VEGF (fattore di crescita vascolare), responsabile della crescita dei neovasi che sono causa di emorragie ed edema. Questo non consente di recuperare la vista perduta, ma almeno di mantenere quella che si possiede. Una lesione “pericolosa”, se trattata al suo comparire, non provoca quindi danni rilevanti. Quando la retinopatia diabetica è molto avanzata si pratica un trattamento laser molto più esteso (la fotocoagulazione panretinica o PRP): in questi casi la funzionalità della retina può essere molto compromessa. La presenza dell’edema maculare può oggi essere trattata anche con l’iniezione all’interno dell’occhio di farmaci come i corticosteroidi o i così detti anti-VEGF.
La terapia chirurgica viene praticata nelle fasi avanzate, quando si sono formate emorragie che invadono il corpo vitreo (emovitreo) oppure si è verificato un distacco di retina. In questi casi la vitrectomia – si rimuove il vitreo, la gelatina che riempie il bulbo oculare, che viene sostituito da sostanze trasparenti e tamponanti, come gas o olio di silicone – può restituire una certa funzionalità visiva.
Per Mutua MBA, importante società di Mutuo Soccorso, la salute è “il primo dovere della vita”, come diceva Oscar Wilde. La prevenzione è fondamentale, e sottoporsi a controlli periodici importantissimo per la diagnosi precoce. La vista è un bene prezioso e deve essere tenuta sotto controllo, anche in assenza di sintomi: l’inizio di tante malattie oculari può infatti passare inosservato. Condividiamo quindi l’appello di IAPB Italia Onlus: “Non lasciare che il diabete ti porti via anche la vista. Fatti vedere”, e invitiamo tutti – soprattutto chi è affetto da diabete – a sottoporsi almeno una volta all’anno ad un controllo oculistico.