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Unite dalla nascita, due gemelline siamesi separate all’Ospedale Bambino Gesù di Roma
Una storia scoperta per caso e conclusa nel migliore dei modi, a ritmo di vita e musica. Protagoniste due gemelline siamesi centrafricane “adottate” dalla Presidente dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma Mariella Enoc mentre era in missione in Centrafrica per la costruzione di un nuovo ospedale nella capitale Bangui. Il tutto è avvenuto nell’estate 2018 quando Ervina e Prefina sono venute alla luce a circa 100 km di distanza dalla Capitale. Solo al momento della loro nascita la mamma Ermine e i medici hanno scoperto che si trattava di una coppia di gemelle siamesi, ma le speranze di un’operazione sono svanite sin da subito dal momento che il piccolo ospedale non era attrezzato per prendere in cura casi simili. Per questa ragione la donna e le due neonate sono state trasferite a Bangui.
È proprio qui che è avvenuto l’incontro che ha cambiato per sempre la vita delle due gemelline. La Presidente Enoc ha pianificato il trasferimento della mamma e delle due bambini in Italia, a Palidoro, dove è stato avviato il percorso di neuro riabilitazione. Poche settimane dopo le piccole sono state trasferite nel reparto di Neurochirurgia di Roma per gli studi sulla fattibilità delle procedure di separazione. Le prime indagini hanno confermato la buona salute delle pazienti, tutti i valori erano nella norma. All’attenzione dei medici un solo campanello d’allarme: il cuore di una delle bambine pompava di più per mantenere l’equilibrio fisiologico degli organi di entrambe, compreso il loro cervello.
Con non poca apprensione, ma con la certezza che presto avrebbero ottenuto la vita che meritavano, i medici del nosocomio della Santa Sede hanno avviato il percorso della separazione anche grazie all’ausilio dei sistemi di imaging avanzato disponibili in Ospedale. Il primo intervento è avvenuto nel maggio 2019: in questa occasione i neurochirurghi hanno separato una parte del tentorio e il primo dei due seni trasversi in comune, poi assegnati a ciascuna delle bambine. In seguito, con materiali biocompatibili hanno ricostruito una membrana in grado di tenere separate le strutture cerebrali prima della separazione definitiva. A giugno 2019 il secondo intervento. L’équipe, coadiuvata dal gruppo di anestesia, ha separato i seni sagittali superiori (la metà posteriore dei canali venosi che corrono tra i due emisferi cerebrali) e il torculare di Erofilo, il punto di congiunzione dei seni venosi del cervello dove confluisce tutto il sangue che va al cuore. Il 5 giugno 2020, un anno più tardi, finalmente la separazione definitiva alla presenza in sala operatoria di oltre 30 persone tra medici, chirurghi e infermieri. L’intervento è durato 18 ore: prima sono stati rimossi gli espansori cutanei, poi è stato separato il secondo seno trasverso e il relativo tentorio; infine sono state divise le ossa del cranio che mantenevano unite le due bambine. Una volta separate le gemelline, l’operazione è proseguita in due diverse camere operatorie, con due équipe distinte, per ricostruire la membrana che riveste il cervello (dura madre), rimodellare le ossa della scatola cranica e ricreare il rivestimento cutaneo.
A un mese dalla separazione definitiva, le gemelline stanno bene. Il 29 giugno hanno festeggiato 2 anni, guardandosi negli occhi, muovendo le manine a ritmo di musica, in braccio alla loro mamma.