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La pizza diventa patrimonio dell’Unesco
Grazie alla sua storia importante, la pizza diventa patrimonio dell’Unesco.
Non si può parlare di Italia nel mondo senza annoverare tra le cose tipiche la pizza, la cui storia è tra le più antiche e articolate del Bel Paese. Per questa ragione, la pizza diventa patrimonio dell’Unesco. “Congratulazioni Italia”, ha twittato l’Unesco annunciando l’inserimento dell’arte del pizzaiuolo napoletano nella “rappresentativa lista dei patrimoni culturali intangibili dell’umanità”. Per l’Unesco, si legge nella decisione finale, “il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale”.
La pizza è nata a Gaeta nel 997. Particolare e significativa, storicamente e culturalmente, è la figura del pizzaiolo, artigiano dei fornelli, che dalla corte reale è passato nei vicoli più bassi del capoluogo partenopeo. Prima del XVII secolo la pizza era condita solo con salsa bianca. Solo più tardi, invece, venne arricchita con olio d’oliva, formaggio, pomodori o pesce: nel 1843, Alexandre Dumas arrivò a descrivere la diversità dei condimenti della pizza.
La prima attestazione della pizza marinara è registrata attorno al 1734, mentre la pizza Margherita è degli anni 1796-1810. Nel giugno 1889, per omaggiare la Regina d’Italia Margherita di Savoia, il cuoco Raffaele Esposito preparò la “Pizza Margherita”, una pizza condita con pomodori, mozzarella e basilico, per rappresentare i colori della bandiera italiana. Da lì la pizza è entrata nelle case di tutti gli italiani che emigrando l’hanno portata con sé in tutto il mondo.
La vera bandiera dell’Italia è dunque la pizza ed è per questa ragione che l’UNESCO l’ha collocata tra i cibi tradizionali da custodire e preservare. L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha così premiato il minuzioso lavoro del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che nel 2009 aveva avviato il dossier di candidatura con il supporto delle Associazioni dei pizzaiuoli e della Regione Campania, superando i pregiudizi di quanti vedevano in questa antica arte solo un fenomeno commerciale e non una delle più alte espressioni identitarie della cultura partenopea. Il dossier della candidatura e la delegazione sono stati coordinati dal professor Pier Luigi Petrillo.
Da secoli, dunque, la pizza è un alimento simbolo della Dieta Mediterranea molto presente sulle tavole di tutte le regioni d’Italia. Dal punto di vista nutrizionale, è da ritenersi un piatto unico poiché contiene tutti i macronutrienti che dovrebbero essere assunti a ogni pasto secondo una dieta equilibrata: carboidrati, proteine, grassi e fibre. La pasta, a base di farina di frumento (oggi anche di altri cereali come Kamut, Farro ecc.), fornisce i carboidrati complessi fonte di energia a lento rilascio per il nostro organismo. La mozzarella è un formaggio fresco, fonte di proteine e di calcio, minerale importante per il metabolismo osseo. L’olio d’oliva contiene i grassi monoinsaturi e la vitamina E, consigliati nella dieta mediterranea. Il pomodoro fornisce fibre, vitamine (soprattutto vitamina C) ed antiossidanti (licopene) in grado di ridurre i danni causati dai radicali liberi. Il basilico è ricco in vitamina A ed altri antiossidanti importanti, per la salute del nostro organismo come la vitamina C. Inoltre, la pizza conosce innumerevoli varianti, vi si possono aggiungere affettati (fonte di ferro) o pesci come il tonno o le acciughe (ricchi in omega tre) ed è indubbiamente un’ottima occasione per consumare più verdure (ricche di fibra, vitamine e sali minerali).