Morte in culla, bimba colpita dalla Sindrome del lattante

Mother putting baby to sleep at the crib

Una ‘morte in culla’ per cause naturali, nota anche come Sids-Sindrome della morte improvvisa del lattante: così è stata definita dai medici la morte di una bimba di 6 mesi avvenuta in queste ore nel reparto di terapia intensiva pediatrica dell’Ospedale ‘Bufalini’ di Cesena.

La piccola dormiva in una culla in un ‘Baby Parking’ di Cesena quando le sue condizioni sono risultate disperate. Sono stati effettuati vari tentativi di rianimazione. Il decesso all’ospedale è avvenuto un paio di ore dopo con una conseguente apertura di un’inchiesta da parte della Magistratura.

La sindrome della morte in culla generalmente colpisce i bambini tra un mese e un anno di età con un’incidenza media di circa un caso ogni 2000 bambini nati vivi e ciò equivale, in Italia, a circa 300 bambini l’anno.

La definizione Sids, che non corrisponde a una precisa patologia, si applica dal 1969 quando si possono escludere tutte le altre cause conosciute per spiegare il decesso del neonato, da malformazioni a eventi dolosi. Ad oggi non è stata definita con certezza una specifica causa medica in grado di spiegare la Sids, ma esistono una serie di comportamenti e di fattori di rischio che possono incidere sulla probabilità che la Sids si verifichi, come dimostrato da numerosi studi e ricerche. Secondo quanto riportato dai Cdc americani, la ragione della Sids potrebbe risiedere in anomalie nella zona cerebrale che controlla i ritmi del sonno e della veglia. Per questo, diversi centri di ricerca propongono un modello di triplo rischio per spiegare la catena di eventi che portano alla Sids.

In primo luogo soffre in realtà di una piccola anomalia nel sistema di regolazione dei ritmi cardiaci, respiratori o generali del proprio organismo. Si verificano poi nei primi mesi di vita cambiamenti nei ritmi del sonno, in quelli respiratori e/o cardiaci, nella pressione o nella temperatura corporea. Infine, eventi esterni, come il fatto di dormire in posiziona prona, l’esposizione a fumo passivo e piccole infezioni respiratorie, si aggiungono e aggravano la situazione, inducendo la Sids e quindi la morte del bambino. Secondo questo modello, si può parlare di Sids solo se i tre fattori sono compresenti.

E’ importante sottolineare che l’analisi delle circostanze della morte del neonato deve essere molto accurata per escludere tutte le altre possibili cause. Sono state quindi pubblicate, da diverse istituzioni sanitarie e non meno dal Ministero della salute, vere e proprie linee guida e indicazioni per effettuare i sopralluoghi e gli accertamenti che consentono di classificare il caso come Sids.

Per scongiurarne il rischio il bambino deve essere messo a dormire a pancia in su sin dalla nascita; dovrebbe inoltre dormire in culla o nel lettino, meglio se nella stanza dei genitori. Inoltre, l’ambiente non deve mai essere eccessivamente caldo. La temperatura ambientale dovrebbe essere mantenuta attorno ai 20 gradi. Da evitare anche l’eccesso di vestiti e di coperte pesanti che possono far sudare eccessivamente il piccolo. Importante anche il materasso che deve essere della misura esatta della culla/lettino e non eccessivamente soffice.

Va poi evitato di far addormentare il neonato su divani (anche per il pericolo di cadute), cuscini imbottiti, trapunte o avendo vicino oggetti soffici quali giocattoli di peluche o paracolpi per evitare anche il pericolo dell’ingestione di corpi estranei.

Alessandro Notarnicola
Alessandro Notarnicola
Mi occupo di giornalismo e critica cinematografica. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 2013, nel 2016 ho conseguito la Laurea Magistrale in "Editoria e Scrittura". Da qualche anno mi sono concentrato sull'attività della Santa Sede e sui principali eventi che coinvolgono la Chiesa cattolica in Italia e nel mondo intero.

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