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Città della salute, in Italia si vive bene a Bolzano. Zona rossa per Rieti e Alessandria
Bolzano è la città italiana in cui si vive meglio. A decretarlo è la tanto attesa, non meno temuta e discussa, indagine realizzata e pubblicata dal Sole 24 Ore che ha stilato una classifica sulla base di 12 parametri diversi. A seguire ci sono Pescara e Nuoro. Agli ultimi posti invece compaiono Rieti, Alessandria e Rovigo. Tra gli indicatori che hanno consentito la realizzazione della top ten, e più in generale della classifica completa, ci sono l’incidenza delle malattie sul territorio, la possibilità di curarle attraverso i farmaci, l’accesso alle cure e la disponibilità di personale specializzato. Una fotografia italiana della salute che si regge inoltre sulle performance demografiche registrate negli ultimi anni (ad esempio, l’incremento della speranza di vita alla nascita), sui fenomeni socio-sanitari (come la mortalità annua per tumore e per infarto e il consumo di farmaci), sui livelli di accesso ai servizi sanitari (dall’emigrazione ospedaliera alla disponibilità di posti letto e di medici). I dati più positivi, in generale, arrivano dalle province del Trentino Alto Adige, seguite dalla Sardegna e dalla Lombardia, mentre i profili più negativi riguardano Lazio, Basilicata e Campania.
Inoltre, se generalmente la differenza sottolinea l’esistenza di una distanza marcata tra Nord e Sud del paese, questa volta il marcatore segna un netto distacco tra i piccoli centri urbani e le grandi città. “Mi preoccupa trend generale: da anni si consolida in negativo – ha spiegato al Sole 24 Ore Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva – e in futuro potremmo avere risultati ancora peggiori per la scarsa capacità di programmazione di alcune aree e per il naturale invecchiamento della popolazione che richiede una diversa organizzazione dei servizi”. Gli abitanti delle aree interne, al netto di qualche centro di eccellenza, sembrano avere meno accesso alle cure. “Con trasporti limitati e infrastrutture spesso vecchie – dice Gaudioso – diventa complesso sostenere spostamenti fino a 100 chilometri come previsto dalla normativa. L’organizzazione è troppo rarefatta”.
È la stessa indagine poi a tracciare il rapporto tra gli italiani e i farmaci. Sono oltre ventitré milioni e seicentomila le pillole somministrate ogni giorno per curare l’ipertensione. A curarla sono soprattutto gli abitanti di Terni, Rieti e Ferrara, dove si registra il consumo pro-capite più elevato. Più in salute, sotto questo profilo, sono invece i residenti di Sud Sardegna, Bolzano e Sondrio. Si rileva una maggiore incidenza di alcune malattie croniche nelle province meridione italiano. Nel caso del diabete, il maggior numero di farmaci pro capite è consumato ad Agrigento, Messina e Taranto. Mentre Bolzano è ultima in classifica. “Tali differenze – precisa sempre al quotidiano di economia e finanza Sergio Liberatore, amministratore delegato di Iqvia Italia – dipendono quasi sicuramente da fattori demografici. La prevalenza del diabete aumenta con l’età, fino a raggiungere circa il 20% negli ultra 75enni”. Inoltre, secondo il Rapporto epidemiologico Passi dell’Iss, l’incidenza del diabete è più alta nelle persone con basso livello di scolarità e con difficoltà economiche, senza dimenticare i fattori di rischio associati come la familiarità, lo scarso esercizio fisico e il sovrappeso.