Abuso in età infantile e disturbo borderline di personalità

Incapacità di regolare le proprie emozioni, impulsività, paura di essere abbandonati, senso dell’identità instabile, sentimenti cronici di vuoto, comportamenti o minacce suicidarie e/o autolesive, e difficoltà nelle relazioni interpersonali sono le principali caratteristiche del disturbo borderline di personalità, i cui tassi di prevalenza oscillano tra lo 0,2% e l´1,8% nella comunità generale e ben il 15-25% tra i pazienti psichiatrici.

Marsha Linehan ha ipotizzato che il disturbo borderline di personalità possa risultare da interazioni tra fattori biologici e psicosociali. In particolare lo sviluppo della malattia sarebbe favorito da contesti caratterizzati da intolleranza verso l’espressione di esperienze emotive durante l’infanzia, che non consentendo al bambino di imparare a riconoscere, etichettare, regolare o tollerare le risposte emotive, fa sì che oscilli tra l’inibizione emotiva e l’estrema labilità emotiva. E in effetti sono numerosi gli studi che indicano un´associazione tra diagnosi di disturbo borderline di personalità e forme di abuso e/o trascuratezza nei confronti di minori, con tassi di prevalenza che oscillano tra il 30 e il 90%.

L’esposizione a particolari tipi di esperienze traumatiche può compromettere il corretto sviluppo dei sistemi correlati a comportamenti di attaccamento e della capacità di modulare le emozioni. Per comportamenti di attaccamento si intendono tutti gli atteggiamenti che il bambino manifesta per conseguire o mantenere la vicinanza nei confronti del genitore. Secondo John Bowlby, l´autore della teoria, il legame madre-bambino va ben oltre la necessità di nutrimento del piccolo e passa, anche e soprattutto, dal riconoscimento delle emozioni. La sua teoria prende spunto dagli esperimenti di Harlow sui macachi Rhesus, che dimostrano come l´attaccamento al genitore non avvenga esclusivamente per soddisfare i bisogni primari ma per riceverne protezione.

Un attaccamento sicuro con le figure genitoriali è la base che consente uno sviluppo armonioso della personalità di un individuo. L´attaccamento sarà sicuro allorché il bambino riceverà protezione, senso di sicurezza e affetto da chi si prende cura di lui. Viceversa, se nel rapporto con la figura di attaccamento prevalgono instabilità, eccessiva prudenza, eccessiva dipendenza o paura dell’abbandono si svilupperà un attaccamento di tipo insicuro.

Ecco perché eventi traumatici (come l´abuso e la trascuratezza) in età infantile possono avere ripercussioni negative e possono favorire l´innestarsi di diverse patologie mentali, tra cui il disturbo borderline di personalità,  in età adulta.

Giuseppe Iannone
Giuseppe Iannone
Psicologo clinico e neuropsicologo, ha conseguito la Laurea in Neuroscienze Cliniche e Cognitive con specializzazione in Psicopatologia presso l’Università di Maastricht (Paesi Bassi). È iscritto all'Albo dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia ed è sono autore di diverse pubblicazioni scientifiche. Possiede una seconda laurea in Pedagogia della Lingua e Cultura Italiana, conseguita a pieni voti presso l’Università per Stranieri di Siena e si occupa di consulenza linguistica e culturale in diverse aziende. Infine, è istruttore di tecniche di respirazione, di rilassamento, di training autogeno, di massaggio russo e di autodifesa presso la A.S.D. Systema Milano.

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