Questo sito Web utilizza i cookie per offrirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutando il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili.
Vene varicose, al San Raffaele di Milano nasce il Vein Center
Aumentano gli italiani che soffrono del disturbo delle vene varicose che spesso provocano gonfiore, dolore o fenomeni di iperestesia. Nel nostro Paese infatti sono circa 7 milioni, perlopiù donne, le persone che soffrono di questa problematica che si presenta quando il sangue non circola correttamente dagli arti inferiori verso il cuore. Di fatto si tratta di dilatazioni permanenti delle vene del circolo superficiale che emergono quando è presente un’insufficienza venosa. In molti tendono a trascurare il problema ma anche in questo caso alta deve essere l’attenzione dal momento che le varici non sono solo un inestetismo e possono avere conseguenze importanti.
Nei casi più avanzati il ristagno venoso può causare flebiti, tromboflebiti e in casi più rari anche ulcere cutanee da stasi, che si sviluppano generalmente intorno al malleolo. La persona avverte principalmente formicolii, pesantezza alle gambe, gonfiore e comparsa di rigonfiamento nelle vene, tutti sintomi che necessitano di un immediato approfondimento diagnostico. Per questa ragione al San Raffaele di Milano hanno aperto il Vein Center dove è possibile sottoporsi all’ecocolordoppler, l’esame che fornisce informazioni dettagliate sullo stato di salute delle pareti venose, sull’eventuale presenza di ritorno venoso alterato e permette di valutare la presenza di ostruzioni. In caso di lieve insufficienza si interviene sullo stile di vita, dieta corretta e movimento, quando invece le varici diventano problematiche e possono essere causa di patologie maggiori è necessario intervenire con trattamenti precisi e a volte chirurgici. “Oggi abbiamo la possibilità di offrire ai pazienti interventi su misura: lo stripping, per esempio, è una delle tecniche più utilizzate e consiste nell’asportazione chirurgica – parziale o totale – della vena (piccola safena o grande safena) che viene sfilata”, chiarisce sul sito del nosocomio milanese il dottor Domenico Baccellieri, chirurgo vascolare e coordinatore del Vein Center.
Quali potrebbero essere i rischi di una trascuratezza? Un’insufficienza venosa trascurata potrebbe generare tromboflebiti superficiali degli arti inferiori che a loro volta possono dare principio a trombosi venose. A seconda del livello di gravità delle varici, esistono nel campo delle cure mediche varie soluzioni terapeutiche. Come precisano gli esperti, da questa problematica non si guarisce mai del tutto dato che si possono risolvere le singole varici, ma se si formano, significa che vi è una predisposizione di base a formarle. Le terapie base delle varici sono la sclerosante, che si presenta come una soluzione alternativa all’intervento chirurgico e consiste nell’iniezione nella vena di una soluzione che provoca la formazione di un trombo. In questo modo si genera una tromboflebite superficiale che fa chiudere la vena. Esiste anche la laserterapia, che non lascia cicatrici, e l’intervento chirurgico con il quale si asportano le vene interessate.