Oggi si celebra la Giornata mondiale del sordo, giovani sempre di più attratti dal LIS

Dal 1958 ogni ultima domenica di settembre in tutto il mondo è dedicata alle persone sordomute. La prima Giornata mondiale del sordo venne celebrata a Roma il 28 settembre del 1958: l’evento fu organizzato dall’Ente nazionale sordi per ricordare la nascita della World Federation of the Deaf. Da allora la GMS viene organizzata ogni anno in tutto il mondo: ciascun paese che abbia sul territorio almeno un’Associazione nazionale di persone sorde riconosciuta dal proprio governo, organizza in questa occasione varie iniziative, come manifestazioni, eventi culturali tutti rivolti a sensibilizzare sul tema l’opinione pubblica.

In Italia ci sono 5 milioni di audiolesi, di cui 70 mila sordomuti o sordi prelinguali come si preferisce chiamarli. Nel nostro Paese la perdita di udito è suddivisa in quattro gruppi, sulla base della classificazione dettata dal Decreto Ministeriale del febbraio 1992:  lieve, tra i 20 e 40 decibel di perdita di udito; media, tra i 40 e i 70 decibel.

Fino a questo stadio, la legislazione italiana riconosce al disabile ipoacusico un grado più o meno elevato di invalidità civile, ma non sarà considerato come sordo (cfr. legge 381/70 pag. 27); grave, tra i 70 e i 90 decibel. Da 75 decibel in su, la legislazione italiana riconosce lo statuto di “sordo” a coloro che hanno perso l’udito prima dei 12 anni, per un’ipoacusia pari o superiore a 60 dB all’orecchio migliore. Profonda, con soglia uguale o superiore ai 90 decibel.

Malgrado la carenza di dati reali, si può stimare che solo il 10 % di questo sordi ha genitori segnanti, mentre ben il 60% si può definire madrelingua LIS. Se guardiamo ai dati riguardanti le persone al di sotto dei 36 anni, però, ci rendiamo conto che i dati sono totalmente diversi. Solo il 10 % (si tratta di persone nate principalmente in una famiglia di sordi) si esprime in LIS come lingua madre e in italiano orale come seconda lingua e ben il 90% (nati in famiglie di udenti) parla l’italiano orale. Come segnala l’Unione nazionale delle associazioni dei genitori di bambini con problemi di udito, malgrado il bilinguismo sia ancora un’utopia, molti giovani sono in grado di esprimersi in maniera corretta e comprensibile in entrambe le modalità. La ragione sta nella legislazione in materia di istruzione. Se è vero che sempre più giovani sono attratti dalla LIS e quindi la imparano in età adulta per comunicare con amici sordi, la legislazione in materia di istruzione ha svolto un ruolo cruciale in questa suddivisione. Fino al 1880, l’istruzione dei bambini sordi avveniva in istituti speciali dove la LIS non solo non era (ancora) bandita, ma era anche utilizzata nella formazione degli allievi.

 

Alessandro Notarnicola
Alessandro Notarnicola
Mi occupo di giornalismo e critica cinematografica. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 2013, nel 2016 ho conseguito la Laurea Magistrale in "Editoria e Scrittura". Da qualche anno mi sono concentrato sull'attività della Santa Sede e sui principali eventi che coinvolgono la Chiesa cattolica in Italia e nel mondo intero.

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