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COVID-19, occhi puntati su Stati Uniti e Africa
Oltre 165 mila decessi in tutto il mondo. È questo il dato che presenta oggi la portata di una pandemia mondiale esplosa a cavallo tra il 2019 e il 2020 in Oriente e in breve tempo sviluppatasi a macchia d’olio in tutto il mondo. Dati destinati a crescere e che segnano un particolare picco negli Stati Uniti d’America dove il bilancio delle vittime è salito di 1.891 casi nelle ultime 24 ore, raggiungendo quota 40.500. A riportarlo è la Johns Hopkins University. In Usa si contano 732.197 contagi confermati: è il maggior numero di casi di virus e decessi di qualsiasi Paese del mondo. Emblematico il caso dei contagiati tra i marinai della portaerei americana Theodore Roosvelt salito a 669. Lunedì 13 aprile erano 585, su quasi 5000 uomini presenti a bordo. Lo rende noto la Marina militare Usa. Il comandante della nave era stato rimosso per aver comunicato ai mezzi di informazione una lettera in cui sollecitava un’azione più decisa del Pentagono contro la diffusione del Coronavirus nella portaerei.Intanto, come detto, hanno superato quota 160 mila i morti nel mondo: è quanto emerge dall’ultimo bollettino della Hopkins University, secondo cui finora i decessi sono 165.939 a fronte di un totale di 2.416.135 di casi confermati. Le persone guarite sono oltre 630 mila.
Resta inoltre alta l’apprensione per i Paesi del mondo sottosviluppati e in cui non è presente un sistema sanitario in grado di fronteggiare l’emergenza epidemiologica in corso. È questo il caso dell’Africa in cui sono ormai oltre mille le persone morte per COVID-19 e oltre ventimila i nuovi casi positivi, in 52 Paesi su 54. Oltre 50% in più i contagi confermati nel corso dell’ultima settimana, mentre il numero delle morti è cresciuto del 60%. Per l’Uneca, la Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Africa rischiano tuttavia di morire tra le 300 mila e i 3,3 milioni di persone a causa della malattia, se non verranno adottati strumenti utili a mettere fine alla sua diffusione.
Una delle risposte più rapide a vantaggio del continente africano è arrivata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che per rallentare il contagio ha diffuso dei kit per effettuare i test per il Covid-19 annunciando che ne saranno distribuiti un milione. Intanto dall’Etiopia si solleva un grido di allarme: è la capitale Addis Abeba, al momento un numero esiguo di decessi, a non accettare l’ipotesi della chiusura totale perché in tal caso i morti della fame sarebbero ben più di quelli del virus.