Questo sito Web utilizza i cookie per offrirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutando il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili.
Panchine viola per la socialità e social prescribing, come abbattere il rischio di isolamento
L’ultima è stata collocata in un parco di Vinchiaturo, in provincia di Campobasso, ma sono decine e decine le sedute colorate di viola presenti in tutta Italia come esplicito invito allo stare insieme e al vivere la comunità. Un inno alla socialità e una bandiera per la gentilezza che certamente non guastano ma che assumono particolare rilevanza dopo quasi due anni di isolamento e di sospensione a causa della pandemia in corso.
Se qui da noi le panchine viola sono uno dei tanti appelli allo stare insieme dopo un momento certamente complesso che ha portato alla massima riduzione delle relazioni tra le persone, in terra britannica è la scienza a intervenire con una vera e propria terapia. “Trenta minuti di corsi di ballo, un’ora di passeggiata con gli amici e un quarto d’ora di chiacchiere al bar, tutti i giorni per un mese”. Si tratta di una terapia prescritta dal medico e basata sulle indicazioni dispensate dal governo del Galles secondo cui avere interazioni sociali è fondamentale per combattere la solitudine e l’isolamento, causate dai diversi lockdown, più o meno severi, e dalle disposizioni che invitano i popoli al distanziamento sociale.
L’insieme dei consigli medici legati a un vero e proprio “recupero dello stare insieme” è denominato Social prescribing, neologismo ideato per dare incasellare un insieme di servizi non clinici (tra cui anche lezioni di ballo, corsi di giardinaggio o semplici chiacchiere in gruppo) prescritti da un professionista sanitario. La mancanza di connessione sociale aumenta i rischi per la salute tanto quanto fumare 15 sigarette al giorno o avere un disturbo da uso di alcol. Non a caso infatti, già prima dell’insorgere della crisi epidemiologica, il Royal College of General Practitioners del Galles aveva redatto un piano d’azione contro la solitudine, evidenziando come che “la solitudine e l’isolamento sociale possono avere effetti negativi sui pazienti tanto quanto patologie croniche a lungo termine” e che “soffrire di solitudine aumenta del 50% il rischio di morte prematura“.
Intanto sul fronte dell’urbanistica le Amministrazioni comunali si stanno impegnando per garantire ai propri cittadini momenti d’incontro e spazi comuni da condividere attraverso iniziative e momenti aperti a tutti i target anagrafici. È questo – ad esempio – il caso del Comune di Martellago, centro di oltre 20 mila abitanti in provincia di Venezia, che ha avviato la trasformazione di sette aree e frazioni in veri e propri salottini all’aperto. Si tratta di un’idea del Distretto del Commercio e del Comune chiamata “Progetto Più” che si pone nella direzione della ripartenza. Le nuove aree saranno vere e proprie “isole” urbane dove poter sostare, socializzare e riprendere quei contatti abbandonati e trascurati nel corso dei lockdown dovuti alla pandemia. Ci saranno posti a sedere, fioriere, divisori per garantire una sensazione di protezione dalla strada. Gli spazi pubblici saranno ricavati tra i parcheggi o in prossimità delle strade.