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Albert Bruce Sabin, il medico ebreo che sconfisse con un vaccino la poliomielite
Il 26 agosto 1906 nasceva Albert Bruce Sabin, medico pediatra e virologo riconosciuto dalla storia per aver debellato nel 1955 la poliomielite, grave malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale. Descritto per la prima volta nella seconda metà del 700 dal medio britannico Michael Underwood, questo virus è stato registrato per la prima volta in forma epidemica nell’Europa di inizio XIX secolo e più tardi negli Stati Uniti. La diffusione della polio ha raggiunto un picco negli Stati Uniti nel 1952 con oltre 21mila casi registrati. In Italia, nel 1958, furono riscontrati oltre 8 mila casi. L’ultimo caso americano risale al 1979, mentre da noi al 1982.
Il contagio avviene per via oro-fecale, attraverso l’ingestione di acqua o cibi contaminati o tramite la saliva e le goccioline emesse con tosse e starnuti da persone ammalate o portatori sani. Il poliovirus si moltiplica nella mucosa oro-faringea, nell’intestino e nei tessuti linfatici sottostanti e può essere presente anche nelle feci. L’uomo rappresenta l’unico serbatoio naturale del virus della poliomielite, che può colpire persone di tutte le età ma principalmente si manifesta nei bambini nel corso dei primi tre anni di vita.
Ebreo originario della Polonia, Sabin emigrò molto presto negli Stati Uniti dove nel 1946 fu messo a capo del Centro di ricerca pediatrica dell’Università di Cincinnati e dopo circa un ventennio di ricerche riuscì a separare i cloni virali della poliomielite procedendo con la preparazione di un vaccino per via orale che avrebbe accelerato la diffusione del vaccino contro la malattia invalidante che provocava disabilità permanenti. Centinaia di milioni di persone, soprattutto bambini, furono sottoposte al suo vaccino che debellò la polio limitandolo oggi a rarissime riapparizioni. In Italia il suo vaccino divenne obbligatorio nel 1964 e salvò numerosissime vite umane.
Oggi, proprio a seguito delle campagne di vaccinazione e grazie ai sistemi di sorveglianza, nel mondo si riscontrano pochi casi di polio. In Afghanistan, Nigeria e Pakistan però il virus resta un sorvegliato speciale essendoci diversi casi. Nel 2017, i casi di polio erano scesi in tutto a 22 in Pakistan e Afghanistan. La crisi politica che ha interessato la regione ha però rallentato le vaccinazioni, provocando un incremento dei i casi a 176 nel 2019 e 140 nel 2020. La presa dei Talebani potrebbe ora peggiorare la situazione sul fronte delle vaccinazioni.