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Casi di epatite acuta in Europa, interviene il Ministero della Salute
Potrebbe essere una infezione acuta del tutto estranea agli effetti del vaccino Covid. Resta alta l’attenzione sui misteriosi casi di epatite acuta che dalle prime settimane di aprile preoccupano l’Europa, dal Regno Unito ai paesi del bacino Mediterraneo, Italia compresa (nelle ultime ore è stato denunciato un caso anche a Verona). Un’attenzione confermata dallo stesso Ministero della Salute che venerdì 23 aprile, con un’apposita circolare, ha aggiornato il Governo su questa nuova emergenza che coinvolge i pazienti in età pediatrica ed emersa inizialmente in Inghilterra, così come segnalato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il documento infatti riporta l’aggiornamento della situazione epidemiologica al 22 aprile 2022, le definizioni di caso attualmente in studio da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’attuale valutazione del rischio, le azioni intraprese a livello nazionale, le indicazioni per la segnalazione dei casi e le raccomandazioni per la gestione dell’evento in oggetto.
Il Ministero dunque informa che la presentazione clinica dei casi identificati nel Regno Unito risponde ad una grave epatite acuta, con livelli aumentati di enzimi epatici (AST o ALT maggiori di 500 IU/L) e in molti casi, con ittero. I casi hanno riportato sintomi gastrointestinali, tra cui dolore addominale, diarrea e vomito nelle settimane precedenti. La maggior parte dei pazienti tuttavia non presentava febbre. Alcuni sono stati ricoverati presso unità di epatologia pediatrica e in alcuni casi è stato necessario procedere ad un trapianto di fegato. Al 21 aprile il Regno Unito ha riferito di 108 casi, di cui 8 sottoposti a trapianto. Al momento, così come confermato sempre dal Ministero, sulla base degli studi elaborati dall’Oms, non è stato identificato alcun legame con il vaccino anti COVID-19 e un questionario somministrato ai casi, su alimenti e abitudini personali, non ha identificato alcuna esposizione comune. Sebbene le indagini di laboratorio abbiano escluso in tutti i casi un’eziologia virale di tipo A, B, C, D ed E, le autorità sanitarie del Regno Unito considerano l’ipotesi infettiva la più probabile, dato il quadro epidemiologico e le caratteristiche cliniche dei casi. Tuttavia sono state avviate, e sono tuttora in corso, anche indagini tossicologiche.
La causa infettiva dunque sarebbe la più probabile, e in modo particolare si tratterebbe di infezione da Adenovirus. Si tratta di contaminazioni comuni che generalmente provocano una malattia lieve, con sintomi simili al raffreddore, vomito e diarrea. La maggior parte delle persone infettate da un Adenovirus non presenta complicazioni. Gli Adenovirus non causano comunemente l’epatite, che è una complicazione rara, nota di solito tra gli individui immunocompromessi. Pertanto, si potrebbe ipotizzare o la comparsa di una nuova variante in circolazione che causa una grave epatite nei bambini, o che una variante comunemente in circolazione stia colpendo soprattutto bambini più piccoli forse immunologicamente non protetti in relazione alla minore circolazione di Adenovirus durante la pandemia COVID-19.
Successivamente alla Circolare, il 25 aprile, l’Oms ha aggiornato il numero dei casi e la descrizione delle attività in corso, ha proposto una definizione di caso leggermente modificata e sottolineato come la priorità sia determinare l’eziologia. Ad oggi in Italia si contano almeno una decina di casi.