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“Ho l’acufene, smetto di fare musica”. L’annuncio di Caparezza
A causa dell’acufene Caparezza dovrà ritirarsi dalla musica, almeno per un po’. È questa la notizia che scuote il mondo della musica e che riguarda uno dei rapper più famosi del panorama musicale italiano, il 48enne Michele Salvemini. Dopo il tour in programma, ben venti concerti, il musicista e cantautore sospenderà le sue attività, per il momento, a causa di due disturbi che non gli consentono di lavorare come dovrebbe: acufene, percezione di un rumore, solitamente un ronzio, un fischio, un fruscio o un sibilo, avvertito nelle orecchie o nella testa, in assenza di uno stimolo acustico esterno, e ipoacusia.
In un’intervista rilasciata Il resto del Carlino, il rapper ha precisato di non volere rischiare troppo. “A me questo fischio continuo ha modificato l’udito. Lì per lì, quando ho scoperto di non poter più ascoltare la musica in cuffia, sono andato in crisi, pensando al mio corpo come a una prigione. Così ho provato di tutto, pillole, iniezioni, psicoterapia, ma alla fine ho capito che dovrò semplicemente tenermelo e magari pensare ad altro, distrarmi”.
Soffrendo di acufene e ipoacusia Caparezza non può più programmare grandi tour come avvenuto fino ad oggi. Nel corso di questi sette ultimi anni ha tentato di trovare una soluzione al disturbo diagnosticato ma non è cambiato alcunché. “Dopo 7 anni di lotta ho capito che devo tenermi il mio deficit uditivo. E pensare ad altro, magari ai fumetti”.
In Europa sono circa 65 milioni le persone che soffrono di acufene, numero che crescerà in modo significativo nel prossimo decennio. Solo in Italia invece sono oltre 6 milioni le persone affette dal “fischio all’orecchio”, così definito perché si riferisce alla percezione di un suono in assenza di una sorgente sonora esterna. Sulla base della sua durata si definisce persistente se insorto da più di sei mesi, o, al contrario, recente. Può essere inoltre definito secondario se è procurato da una causa sottostante, che può essere una patologia a carico dell’orecchio (come ad esempio i tappi di cerume, l’otosclerosi, la malattia di Ménière, lo schwannoma vestibolare, il rumore cronico) o di altri distretti (anomalie vascolari, ipertensione endocranica, mioclonie); oppure primario se non è invece possibile identificare una patologia sottostante. L’acufene, che colpisce maggiormente i soggetti anziani, può essere percepito con un diverso grado di “fastidio”: lieve, moderato, grave. Per alcune persone è debilitante in quanto può disturbare il sonno, la concentrazione ed essere associato ad instabilità emotiva, ansia e depressione.