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Polveri sottili e inquinamento dell’aria possono favorire il tumore al seno
Le metropoli sono lontane da essere annoverate sul podio della sostenibilità e i risultati degni di nota restano nelle tasche di Trento, Mantova e Pordenone, città italiane più verdi. Sono questi i risultati principali della trentesima edizione di Ecosistema urbano, l’indagine di Legambiente e Ambiente Italia sullo stato di salute dei capoluoghi di provincia italiana. Rispetto al 2022 cambiano i piazzamenti ma non le protagoniste della top ten. Le grandi città restano lontane dal vertice (le migliori sono Venezia, 11esima, e Bologna, 23esima), occorre però sottolineare che il valore medio delle performance delle 105 città esaminate è aumentato.
Ma non basta. Tanto è vero che la prima sfera che ne risente è quella della salute: basti pensare, così come emerso dal primo studio che tiene conto degli effetti dell’esposizione alle polveri sottili sia in casa che a lavoro sul rischio di cancro presentato al congresso della European Society for Medical Oncology (Esmo) a Madrid, che l’inquinamento dell’aria può favorire il tumore al seno. Una notizia che arriva dopo che, così come pubblicato nel 2022 sulla rivista scientifica Lancet Planetary Health, un team medico scozzese aveva individuato livelli altamente elevati di particolato nei polmoni, nel fegato e nel cervello dei feti prima della ventesima settimana di gestazione.
Nello studio odierno, l’esposizione all’inquinamento domestico e lavorativo di 2.419 donne affette da cancro al seno è stata confrontata con quella di 2.984 donne senza cancro al seno tra il 1990 e il 2011. I risultati mostrano che il rischio di questo tumore è aumentato del 28% quando l’esposizione all’inquinamento atmosferico da particelle fini (PM2,5) cresce di 10 µg/m3. Aumenti minori del rischio di cancro al seno sono stati registrati anche nelle donne esposte a livelli elevati di inquinamento atmosferico da particelle più grandi.
Dal Dipartimento di prevenzione del cancro e dell’ambiente del Centro oncologico globale Léon Bérard di Lione, fanno sapere che i dati mettono in evidenza una relazione significativa tra l’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico da particelle sottili, in casa e sul lavoro e il rischio di cancro al seno. Intanto, a seguito di una proposta della Commissione Europea di un anno fa per ridurre il limite per le particelle PM2,5 nell’aria dagli attuali 25 µg/m3 a 10 µg/m3 entro il 2030, l’Esmo (Società Europea di Oncologia Medica) ha sollecitato un’ulteriore riduzione del limite del PM2,5 a 5 µg/m3, in linea con gli orientamenti sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione mondiale della sanità. La riduzione delle particelle PM2,5 nell’aria al livello raccomandato dall’Oms è fondamentale a causa della loro associazione con una varietà di tipi di tumore, compreso il cancro al seno. Solo un mese fa il Parlamento europeo ha adottato in sessione plenaria la relazione sulla revisione delle direttive UE sulla qualità dell’aria, che riflette le raccomandazioni dell’Esmo.