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Quattordici scienziati scrivono alla Presidente Meloni: “investire nella salute”
“Adeguare il finanziamento del SSN agli standard degli altri Paesi Europei avanzati che destinano alla spesa sanitaria, almeno l’8% del Prodotto interno Lordo”. È questa solo una delle richieste contenute nella lunga lettera indirizzata da 14 scienziati alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che di fatto torna a puntare i riflettori sullo stato di salute della sanità pubblica e che si conclude con una supplica: il Governo destini più fondi.
Francesco Longo, Luca De Fiore, Nerina Dirindin, il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, e diversi altri ancora, impugnano la penna per condividere con l’organo esecutivo del Paese un’emergenza ormai nota. “È necessario – scrivono i luminari – un piano straordinario di finanziamento del SSN e che siano destinate specifiche risorse per rimuovere gli squilibri territoriali”, esortano i luminari. “Tale allocazione di risorse deve essere accompagnata da efficienza nel loro utilizzo nonché appropriatezza nell’uso a livello diagnostico e terapeutico, in quanto fondamentali per la sostenibilità del sistema”. Inoltre, anche se le performance del Sistema sanitario nazionale reggono ancora nonostante il sotto finanziamento, gli scienziati lasciano emergere la ricca serie di criticità del sistema sanitario e della gestione della sanità pubblica.
“Non possiamo fare a meno del servizio sanitario pubblico – proseguono. Tuttavia i dati dimostrano che il sistema è in crisi. È evidente dall’arretramento di alcuni indicatori di salute, dalla difficoltà crescente di accesso ai percorsi di diagnosi e cura e dall’aumento delle disuguaglianze regionali e sociali. “Questo accade – spiegano – perché i costi dell’evoluzione tecnologica, i radicali mutamenti epidemiologici e demografici e le difficoltà della finanza pubblica hanno reso fortemente sotto finanziato il Servizio Sanitario Nazionale”.
Sulla base dei numeri condivisi dalla Camera dalla Corte dei Conti, l’investimento destinato alla salute nell’ultima legge di bilancio è soltanto di 131 miliardi. Dalla relazione emerge che il governo stanzia per la sanità pubblica meno della metà dei fondi di altri paesi europei come Germania e Francia, che invece investono, ciascuno, 423 miliardi e 271 miliardi. È dunque significativo il gap tra la spesa italiana pro-capite finanziata, a parità di potere di acquisto, rispetto a Francia e Regno Unito. Risulta meno della metà rispetto a quella della Germania. Inoltre la spesa privata per la sanità sostenuta dalle famiglie italiane è del 21,4%, molto più elevata rispetto all’8,9% della Francia e all’11% della Germania, a fronte di un sempre più difficile recupero delle liste di attesa. Ecco perché la vera emergenza è di adeguare il finanziamento del SSN agli standard degli altri Paesi Europei avanzati che destinano alla spesa sanitaria, almeno l’8% del Prodotto interno Lordo.