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La pet therapy sotto la lente dell’Istituto Superiore di Sanità
Era il 12 luglio quando queste pagine raccontavano la commovente storia di Zoe e Kia arrivata dalle corsie dell’ospedale “Meyer” di Firenze aprendo un focus sull’importanza della pet therapy. In queste ore, in occasione della World Animal Day celebrata venerdì 4 ottobre, sono gli esperti del Centro di riferimento per le Scienze comportamentali e la salute mentale (Scic) dell’Istituto superiore di sanità (Iss) a fare il punto su questa forma di terapia in cui il canale comunicativo più usato e sollecitato è quello dell’immediata espressione delle emozioni, in cui si attiva il sistema rettiliano, nel paziente come nell’animale.
Gli animali da compagnia, con la loro presenza al fianco del paziente, sono in molti casi dei catalizzatori di calma e benessere. Sono un ottimo sostegno per le persone anziane ospiti nelle strutture di accoglienza e cura ma anche per tutte quelle bambine e bambini vittime di abuso o bullismo. In più i nostri amici a quattro zampe sono essenziali nella presa in carico nei disturbi dello spettro autistico, nelle psicosi, anche agli esordi, e nei disturbi neuromotori (malattia di Parkinson).
Il Centro di riferimento per le Scienze comportamentali e la salute mentale (Scic) dell’Istituto superiore di sanità (Iss) ha partecipato nel 2015 alla redazione delle Linee guida nazionali per gli Iaa contribuendo anche alla redazione di diversi protocolli per il loro utilizzo in vari contesti. Recentemente, in collaborazione con lo Stato maggiore dell’Esercito, ha preso parte al progetto “Veterani in sella”, uno dei primi studi a livello europeo a focalizzarsi sulla salute mentale dei veterani, dal quale è emerso che la relazione con un cavallo può aiutare anche nella gestione dei disturbi da stress post-traumatico.
Dallo studio, i cui risultati saranno pubblicati sul numero di gennaio febbraio 2025 della Rivista di psichiatria, emerge un effetto positivo della relazione con il cavallo sulla gestione dei disturbi stress-correlati e sulle difficoltà di adattamento conseguenti agli eventi traumatici vissuti, favorendo anche abilità relazionali interpersonali. Sono stati arruolati un gruppo di veterani per 9 mesi, durante i quali è stato effettuato un monitoraggio e una valutazione del benessere psico-fisico. I risultati hanno evidenziato miglioramenti nelle attitudini e nei comportamenti dei partecipanti (autonomia, fiducia nelle proprie capacità), ma anche nella gestione dell’ansia e nel superamento delle difficoltà interpersonali. Cane e cavallo gli animali più coinvolti: i primi per la salute mentale, i secondi per i disturbi motori.