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Piano Nazionale sulle emergenze pediatriche
Emergenze Pediatriche: a fine Novembre, il ministro Lorenzin ha presentato il piano nazionale sulle emergenze pediatriche a Messina: “Mai più casi come quello di Nicole”.
Ci ricordiamo tutti di Nicole Di Pietro, la neonata morta lo scorso febbraio per una sofferenza fetale acuta subito dopo la nascita in una clinica di Catania, mentre su un’ambulanza stava per essere trasportata a Ragusa. È morta perché in nessun ospedale c’era un posto che potesse accoglierla, assisterla, probabilmente salvarla. In quell’occasione era emersa tutta l’inadeguatezza della sanità siciliana. Forse però, questo triste evento è servito a riaccendere i fari su una realtà che di certo così non può andare avanti. Purtroppo il caso di Nicole non è stato una novità. Solo l’ultimo episodio di una serie ormai troppo lunga. A cui dopo è seguito il solito triste rimpallo di responsabilità. Sarebbe ora di fare davvero qualcosa affinché simili episodi non succedano più. Il ministro della Salute ha scelto proprio la Sicilia, una scelta fortemente simbolica, per presentare il piano nazionale sulle emergenze-urgenze pediatriche.
Non si devono verificare più casi come quello di Nicole, ha detto illustrando il piano in una conferenza stampa all’Università di Messina insieme al dott. Francesco Bevere, Direttore Generale dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas). “L’obiettivo è fare le cose meglio, non di più”. Il piano prevede una serie di linee guida volte a garantire una assistenza e un soccorso adeguato e tempestivo a tutti i bambini. Per quanto riguarda la Sicilia, il piano porterà ad una riorganizzazione con la chiusura di 17 punti nascita sotto i 500 parti l’anno. Ci potranno essere delle deroghe, “ma solo per casi particolari per i quali dovranno essere garantiti elevati standard di sicurezza strutturali, per il personale e per la sicurezza della mamma e del bambino”, ha specificato il ministro. Deroghe che dovranno essere chieste direttamente dalla Regione e che verranno esaminate dal Comitato tecnico istituito presso il Ministero. La Regione dovrà anche supportare le strutture al fine di garantire gli standard richiesti, compresa la presenza del pediatra 24 ore al giorno.
“Abbiamo istituito – ha spiegato poi il ministro – un comitato tecnico al ministero che sta valutando le proposte di criticità che ci sono state segnalate dalla Regione Sicilia. Ci sarà una rete neonatale di assistenza e gli spoke (ospedali più piccoli) devono essere in condizioni di collaborare con gli hub (ospedali più gradi) in modo che se c’è un emergenza il bambino viene trasferito in tempi rapidissimi”. L’obiettivo finale è comunque arrivare a tenere aperti punti nascita che garantiscano un minimo di mille parti l’anno.
I bambini che si recano al pronto soccorso pediatrico, secondo quanto emerge dal piano, sono 3 milioni. Lo 0,1% è da codice rosso, il 12% da codice giallo. Purtroppo, per ora, non sempre quello 0,1% di minori trova specialisti competenti, in grado di affrontare tempestivamente situazioni molto gravi. Anche per questo, le linee guida del ministero si occupano della formazione del personale, degli specialisti che dovranno prendere in carico il bambino in caso di emergenza, e quindi anestesisti e rianimatori, per offrire una assistenza il più efficiente e completa possibile. Si punta ad investire su ostetriche, anestesisti, pediatri. Il pediatra di base è solitamente poco coinvolto: “nel 90% dei casi nessuno chiama il pediatra, ma si vadirettamente in ospedale”, ha sottolineato Bevere, mentre dovrebbe essere “parte del sistema”. L’obiettivo è avere una assistenza pediatrica costante, compresi festivi e prefestivi, organizzata per turni.
“Dalla vicenda drammatica di Nicole, ma anche di tante altre, ho chiesto al mondo sanitario di dare delle procedure più congrue. I punti nascita non chiudono per motivi economici, chiudono perché non sono sicuri, perché mettono a rischio la vita delle persone”, ha detto il ministro Lorenzin. “C’è necessità di una rete che garantisca parametri e condizioni di sicurezza per figli e mamme e tutti dovrebbero potervi accedere alle stesse condizioni. Presentiamo questo studio a Messina perché è nelle regioni del Sud che, purtroppo, i dati ci dicono che queste cose accadono con più frequenza”.
Mutua Basis Assistance, Società di mutuo soccorso leader nella sanità integrativa, spera davvero che questa iniziativa possa essere un primo passo per migliorare la gestione delle emergenze e urgenze pediatriche, a cui potrebbe seguire un maggior coinvolgimento del privato e delle Mutue.