#FertilityDay, tante le polemiche sulla prima giornata della fertilità

22 settembre 2016. E’ una data che sta scatenando molte polemiche perché è il Fertility day, la prima giornata Nazionale della fertilità istituita dal Ministero della Salute con l’obiettivo di accendere i riflettori sul pericolo della denatalità, la bellezza della maternità e paternità, il rischio delle malattie che impediscono di diventare genitori, l’aiuto della medicina per le coppie che non riescono ad avere bambini, prima che sia troppo tardi.
La fertilità al centro delle politiche sanitarie ed educative del nostro Paese,  prevista dal PIANO NAZIONALE PER LA FERTILITA’, lungo 137 pagine e pubblicato nel maggio 2015, è scaturita dai risultati Istat che hanno stimato circa 64 mila bambini nati in meno negli ultimi 5 anni. Infatti, in Italia, su dieci coppie, circa il 20 % (1 su 5) ha difficoltà a procreare per vie naturali.
Circa il 40% delle cause di infertilità riguardano la componente femminile, l’altro 40% quella maschile e c’è un 20% di natura mista.
Da non dimenticare e sottovalutare l’aumento delle malattie sessualmente trasmissibili tra i giovani, in particolare gli under 20, come Hiv, sifilide, gonorrea, clamidi e infezioni, che mettono a serio rischio la fertilità futura delle coppie giovani.
fertilità
Informare i cittadini, soprattutto i giovanissimi, attraverso anche l’utilizzo degli strumenti digitali, sul ruolo della fertilità nella loro vita, evitando comportamenti che possono metterla a rischio, è quindi uno degli obiettivi proposti dal Piano Nazionale per la fertilità.
Per il 22 settembre sono previste diverse iniziative fra cui quattro “tavole rotonde” sul tema della fertilità a Roma, Bologna, Padova e Catania.
La campagna del Ministero della Salute per invitare a fare figli prima possibile, sta generando sui mass-media e online molte critiche e commenti soprattutto legati agli slogan ‘Sbrigati, non aspettare la cicogna’ (uno dei manifesti pubblicitari dell’iniziativa mostra infatti una ragazza che tiene in mano una clessidra, mentre accanto a lei c’è scritto “La bellezza non ha età. La fertilità sì”) o ‘La fertilità è un bene comune’.
Contrari all’iniziativa alcuni partiti politici e esponenti di sindacati, come Susanna Camusso, segretario Nazionale della Cgil, che da Catania ha tuonato sostenendo che “La campagna sulla fertilità l’ho trovata offensiva. Io credo che innanzi tutto c’è un tema che si chiama libertà delle persone. La gente deve avere la libertà di scegliere”.
Su Facebook è intervenuto anche lo scrittore Roberto Saviano che ha scritto“La fertilità è una caratteristica fisica individuale. Il Ministero della Salute dovrebbe fare ricerca e rendere accessibile la procreazione per quelle coppie affette da sterilità e non invitare genericamente a fare figli. Research&development dovrebbe essere la tendenza e invece questi ci riportano al Medioevo”.
Pro iniziativa si schierano ginecologi, endocrinologi e andrologi.
“Sono meravigliata, perché l’obiettivo del nostro lavoro di esperti a supporto del ministero e di questo ministro, che per primo si è interessato al tema della fertilità e a tutto questo universo poco noto, era quello di fare conoscere la struttura del corpo degli uomini e delle donne e il suo funzionamento dal punto di vista riproduttivo, dando strumenti semplici, accessibili, divulgativi a tutti per fare scelte consapevoli”: queste sono state le parole alla stampa della dottoressa Eleonora Porcu, presidente del tavolo consultivo sulla fertilità del ministero della Salute e direttrice del centro di Infertilità del policlinico Sant’Orsola-Università di Bologna, intervistata tempo fa da Mutua Mba in merito alla procreazione assistita.
Nonostante manchino ancora 21 giorni al via dell’iniziativa, prima nel nostro Paese, le polemiche sono tante. E’ un tema questo che ha catturato l’attenzione dell’opinione pubblica che grazie anche ai dispositivi digitali esprime le proprie opinioni.
E voi cosa ne pensate?
 
 
 

Nicoletta Mele
Nicoletta Mele
Laureata in scienze politiche. Dal 2001 iscritta all’ Ordine Nazionale dei Giornalisti. Ha collaborato con testate giornalistiche e uffici stampa. Dopo aver conseguito il master in “ Gestione e marketing di imprese in Tv digitale”, ha lavorato per 12 anni in Rai, occupandosi di programmi di servizio e intrattenimento. Dal 2017 è Direttore Responsabile di Health Online, periodico di informazione sulla sanità integrativa.

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