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In arrivo l' orologio rivela Parkinson, l'innovativo dispositivo ideato da un gruppo di ricerca italo-britannico
L’ orologio rivela Parkinson è in grado di rilevare il Morbo partendo dall’analisi del tremore.
Il brevetto dell’innovativo dispositivo è stato depositato e si prevede il suo utilizzo negli ambulatori dei medici di famiglia o per l’uso domestico. E’ l’ orologio rileva Parkinson, frutto di una ricerca italo-britannica (ricercatori dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e dell’Università di Oxford), da indossare sul polso come un orologio qualsiasi, in grado di rilevare, con un test di 10 secondi, se una persona è affetta dalla malattia di Parkinson.
Il particolare algoritmo brevettato dagli scienziati è capace di predire in modo automatico la diagnosi del paziente, partendo proprio dall’analisi del tremore.
I risultati relativi all’applicazione di questo strumento su un grande numero di pazienti sono stati pubblicati su ‘Brain‘, oltre ad essere stati presentati al congresso internazionale su Parkinson e disturbi del movimento, che si è svolto di recente a Vancouver.
“Da molti anni i neurologi tentavano di arrivare a ciò che abbiamo scoperto: un indice diagnostico non invasivo della malattia di Parkinson con un’accuratezza vicina al 92%”. Le parole del primo autore della ricerca e co-titolare del brevetto Lazzaro Di Biase, neurologo presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma.
Obiettivo per il futuro è quello di raggiungere un indice di accuratezza del 99%.
Ma come funziona il dispositivo?
Una volta indossato al polso, l’ orologio rileva Parkinson indica se il tremolio delle mani del paziente è diagnosticabile come Parkinson o è un tremore essenziale, patologia che non presenta un’evoluzione progressiva e richiede un diverso trattamento. Il dato degli studi effettuati è di gran lunga migliore rispetto all’80% raggiunto dalla diagnosi clinica, ritenuta finora il gold standard per i parkinsoniani, come pure in confronto ai risultati della Spect cerebrale, esame diagnostico che utilizza un tracciante radio-nucleare per differenziare la classe di parkinsonismi da quella dei tremori essenziali. La Spect, peraltro, utilizza raggi dannosi per la salute, non è presente in tutti i centri ospedalieri e ha liste d’attesa lunghe e costi elevati.
“Il nostro indice, invece – ha specificato Di Biase – è operatore-indipendente, rapido nell’utilizzo e ha un costo bassissimo, perché per funzionare necessita solo di un accelerometro, che costa dai 3 ai 15 euro”. Il sistema funziona anche con la tecnologia laser, registrando la velocità di movimento di un dito sul quale è stata applicata della carta riflettente.
“Con l’approccio attuale – ha detto – l’errore diagnostico è pari a circa il 40% nei casi di tremore essenziale e al 20% nel Parkinson. Ma parliamo di valutazioni fatte da neurologi specialisti in disturbi del movimento, che visitano centinaia di pazienti affetti da queste patologie ogni anno. Per un neurologo non esperto, la percentuale di errore può salire ancora”. Questo perché, nonostante mezzo secolo di ricerche per cercare di differenziare il tremore generato dagli oscillatori patologici presenti nel cervello di un paziente parkinsoniano rispetto a quello dei soggetti con tremore essenziale, la frequenza di entrambi oscilla tra i 5 e i 10 Hertz.
“Abbiamo chiesto ai massimi esperti mondiali di tremore di collaborare al nostro progetto e fornirci i dati dei loro pazienti, per testare e validare il nostro algoritmo. L’analisi effettuata con il nostro orologio su altre 6 casistiche ha confermato un’elevata accuratezza diagnostica”.
“I risultati ottenuti con il nostro strumento – ha concluso l’inventore dello speciale orologio rivela Parkinson – andranno testati sui dati di pazienti di cui sono disponibili anche gli esiti delle autopsie cerebrali, perché la diagnosi di certezza sul Parkinson ad oggi è possibile solo verificando la riduzione delle cellule che producono dopamina nella sostanza nera del mesencefalo”.
Attualmente sono 250mila gli italiani affetti dalla Malattia di Parkinson e, con 6mila nuovi casi l’anno, l’incidenza del morbo è destinata a raddoppiare in 15 anni.
È una malattia di carattere neurodegenerativo, ad evoluzione lenta, ma progressiva, che intacca parte del sistema nervoso centrale deputato al controllo dei movimenti, compromettendo le capacità motorie in modo cronico e progressivo. I sintomi possono variare da persona a persona e si differenziano a seconda dei diversi stati. Colpisce soprattutto persone dai 50 anni in su e raggiunge il picco massimo intorno ai 70 anni, quando provoca tremori a riposo, rigidità e lentezza dei movimenti, disturbo del cammino, postura curva, disturbi di equilibrio. Non è però una malattia solo dell’anziano: sempre più spesso infatti si registrano casi anche tra persone più giovani, intorno ai 40 anni.