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A Rimini un caso di scorbuto, la “malattia dei marinai” scomparsa dal Medioevo
Era stato poco bene a novembre subendo in seguito una ricaduta lo scorso marzo ma i medici non erano stati in grado, sin da subito, di capire di cosa si trattasse. Arriva dal Riminese, in Emilia Romagna, il caso del bambino di 5 anni affetto da un raro caso di scorbuto, patologia che si pensava completamente debellata nel Medioevo, periodo storico in cui colpiva soprattutto i marinai che nel corso delle lunghe traversate non potevano mangiare frutta e verdura fresca. L’assenza di questi alimenti provocava gravissime carenze di acido ascorbico e dunque di vitamine, soprattutto la C, e spesso era motivo di morte per i pescatori.
Un caso passato alla storia riguarda la nota circumnavigazione del globo coordinata da Ferdinando Magellano nel 1500 che vide un ritorno dell’equipaggio con oltre l’80% di perdite. All’epoca non era ben chiara la natura di tante perdite anche se da subito fu chiaro che ai marinai non era garantita un’alimentazione idonea. Nel corso dei viaggi successivi a quegli anni agli equipaggi venne somministrato tè al cedro, ricco per di vitamina C. Fu nel 1747 che un medico scozzese della marina da guerra britannica di nome James Lind condusse il primo studio clinico accurato riportato fino ad oggi. A bordo della HMS Salisbury, documentò scrupolosamente i sintomi dei marinai affetti dallo scorbuto, i quali includevano perdita di denti, emorragie e gengive sanguinanti.
Il piccolo riminese, da parte sua, presentava strani lividi sulla pelle e dolori agli arti inferiori del corpo che non gli hanno consentito di camminare per settimane. Per questo i genitori lo hanno affidato alle cure della Pediatria dell’ospedale riminese a novembre e poi a marzo quando è tornato con la varicella. È il papà a raccontare lo sviluppo della vicenda alla stampa locale precisando inoltre che il piccolo non era vaccinato perché “visto che si sospettava anche una malattia autoimmune ci hanno detto che era meglio attendere di capire qualcosa di più, prima di procedere con il vaccino”. Il primo indizio per i medici è emerso quando si è compreso che il piccolo paziente riminese aveva avviato una vera e propria selezione dei cibi e che tra questi non erano affatto presenti frutta e verdura. “Il bimbo – prosegue il padre – è molto selettivo con il cibo, mangia pochissime cose, nonostante la nostra continua lotta per fargli mangiare più cose. Quindi la dottoressa ha intuito che ci potesse essere una tremenda carenza di vitamina C. Hanno iniziato a iniettarla in dosi massicce e intanto sono arrivati gli esiti degli esami del sangue per individuare la malattia che hanno dato esito positivo allo scorbuto”. Adesso dopo settimane di cura sta molto meglio.
Generalmente nei bambini lo scorbuto si presenta tra il sesto mese di vita e nel primo anno. L’infante in questi casi è irritabile, non ha appetito e non aumenta di peso, le estremità delle ossa lunghe si rigonfiano, e le gengive sanguinano. Spesso inoltre sono presenti febbre, anemia e aumento della frequenza cardiaca. Negli adulti lo scorbuto rimane latente per 3-12 mesi dopo il verificarsi della carenza di vitamina C, e si manifesta con emorragie gengivali e sottoungueali, irritabilità, perdita di peso, dolori muscolari e articolari.