La Voce di MBA

AL MARE CON I BAMBINI? SI’, MA CON PRUDENZA

Agosto è finalmente arrivato, e tante famiglie stanno partendo per il mare con i bambini. Mutua MBA ha chiesto alcuni consigli al dott. Reale, dell’Ospedale Bambino Gesù, per trascorrere al meglio le vacanze con i piccoli.

Agosto è arrivato, e tante famiglie con bambini al seguito in queste ore stanno partendo per le vacanze e per il mare. La luce del sole fa molto bene ai bambini: stimola lo sviluppo armonico dell’apparato scheletrico e disinfiamma le mucose delle via aeree superiori e di tutto l’apparato respiratorio; stimola l’organismo a produrre vitamina D che fa sì che il calcio introdotto con gli alimenti si fissi alle ossa, rendendole più forti ed elastiche. Il mare regala inoltre un aerosol naturale, un vero toccasana per la salute dei piccoli. È sempre importante seguire qualche piccola accortezza, per vivere al meglio le agognate ferie ed evitare emergenze e imprevisti.
Mutua MBA ha chiesto alcuni consigli al responsabile di Pediatria dell’Emergenza del Bambino Gesù, dott. Antonino Reale.
Quali sono i consigli più importanti che si sente di dare a chi va al mare con bambini piccoli?
Sicuramente è opportuno che i bambini più piccoli, che hanno pochi mesi di vita, evitino di andare in spiaggia. La luce stimola la produzione di vitamina D, fa molto bene anche ai bambini, ma non è necessario stare esposti al sole, o anche solo sotto l’ombrellone, che comunque non basta a proteggere dai raggi ultravioletti. I bambini più grandi possono andare in spiaggia, con gli orari del buon senso: prima delle 11 di mattina e dopo le 17.30-18. Teniamo presente che in questi mesi è in vigore l’ora legale: le 17.30 sarebbero le 16.30 con l’ora solare, e in queste giornate così calde e così umide, un bambino piccolo non sta certo bene in spiaggia. In ogni caso, devono sempre essere usati filtri solari a protezione molto alta, 50 spf, e devono essere riapplicati più volte durante il giorno e dopo ogni bagno. La protezione totale non esiste: i raggi ultravioletti, seppure in minima parte, passano lo stesso anche con una protezione molto alta, e possono provocare eritemi. Bisogna considerare anche il fenotipo cutaneo: i bambini biondi, chiari di carnagione, o rossi di capelli, appartenenti ai fenotipi 1 e 2, sono più a rischio scottature, eritemi e ustioni. Quindi, come per gli adulti, il sole fa bene se preso in maniera intelligente: altrimenti, può favorire l’insorgenza di tumori cutanei già in età pediatrica: sono diversi gli studi che dimostrano che le ustioni prese anche da piccolissimi possono causare melanomi.
Cosa fare in caso di eritema?
Partiamo dal presupposto che la prevenzione è sempre la cosa più importante: una volta che c’è l’eritema, il danno ormai è fatto. Ma se succede, è importante tenere il bambino in un ambiente fresco e ventilato, e spalmare sulla zona interessata una crema idratante, non grassa, altrimenti la pelle non respira.
E in caso di colpo di calore?
Il colpo di calore è più serio: può venire anche all’ombra, in un ambiente caldo umido e poco ventilato. Può provocare nausea e vomito, brividi, dolori muscolari. Si può arrivare anche alla perdita di coscienza, o a gravi disturbi di tipo neurologico, fino al coma. In caso di colpo di calore, bisogna raffreddare la temperatura corporea con docce fresche. I bambini non devono mai essere lasciati in macchina, nemmeno per poco tempo. Un’altra cosa importante: non far fare ai bambini – ma non lo dovrebbero fare nemmeno gli adulti – attività sportiva nelle ore più calde.

 Al mare, può capitare di avere un contatto ravvicinato con una medusa: cosa bisogna fare in quei casi?
La medusa emette una sostanza urticante per la pelle, che causa irritazioni cutanee, gonfiore, arrossamento. Basta solo un contatto con una medusa per provocare dolore e bruciore. Poi, subentra un forte prurito. Può essere utile grattare via i residui dei tentacoli della medusa che contengono ancora le sostanze tossiche, irritanti e ustionanti. Dopo che si è sciacquata la parte interessata, si possono mettere delle creme lenitive, anche se a mio parere servono a poco. Il trattamento migliore è il gel astringente al cloruro di alluminio: ha una immediata azione antiprurito e blocca la diffusione delle tossine. Sono rare reazioni sistemiche più gravi, come difficoltà respiratorie. Certo, se si ha un incontro ravvicinato con una famiglia di meduse… In questo caso, bisogna rivolgersi a un medico o andare direttamente al Pronto Soccorso.
Molto spesso si fa fatica a tenere i bambini sotto l’ombrellone: starebbero sempre in acqua. Ma quanto tempo è giusto farli aspettare dopo mangiato, per evitare una congestione?
Questa è una cosa su cui si discute molto. Due anni fa circa, un lavoro molto serio e ben fatto della Società di Salvamento statunitense non ha mostrato evidenze che il semplice fatto di aver mangiato prima di immergersi in acqua possa aumentare il rischio di annegamento. E questo ha messo in discussione tutta la nostra “cultura” sull’argomento. Io continuo ad essere prudente, anche perché questo è uno studio fatto sugli adulti. La congestione è un blocco del processo digestivo, che si verifica quando il corpo viene esposto a un repentino abbassamento di temperatura. In un bambino, che magari ha imparato a nuotare da poco, ha fatto un pranzo grasso, può bastare un crampo o un lieve svenimento a spaventarlo, e magari a provocarne l’annegamento. Chiaramente dipende da quello che si mangia. Se il pranzo è importante, è sempre bene aspettare almeno due ore-due ore e mezza. Se il pasto consiste invece in uno snack a rapido assorbimento, come una fetta di pane con la marmellata, un piatto di pasta con un po’ di pomodoro, della frutta, può anche bastare un ora.
Ci può fornire una lista di cose da avere sempre dietro quando si viaggia con i bambini?
Dipende dal viaggio che si fa. Certo, se la meta è il Kenya, o un paese esotico, bisogna sentire il medico curante e vedere i vaccini specifici che servono per quel Paese. Se si va in vacanza al mare o in montagna in Europa, dove comunque si può trovare tutto quello che ci può servire, il mio consiglio è quello di portare il meno possibile. È inutile riempire la macchina, o le valigie, di farmaci che peraltro con il caldo si conservano male. Le cose importanti da portare sono poche: un antifebbrile, o un antidolorifico: paracetamolo o ibuprofene; un antistaminico, da usare in caso di reazioni allergiche importanti; sali  minerali, che sono l’unica terapia efficace per evitare la disidratazione in caso di vomito e diarrea; un gel a base di cloruro di alluminio, per le punture di insetti e incontri ravvicinati con meduse o tracine. Se poi il bambino soffre il mal d’auto, o il mal di mare, serve anche un prodotto per la cinetosi. Chiaramente, se il piccolo ha una qualche patologia cronica, è necessario portare tutti i farmaci di cui fa uso, facendo in modo che non si esauriscano mai. È utile portarsi dietro il calendario vaccinale, per sapere, ad esempio se il bambino si dovesse tagliare, quando è stata fatta l’ultima antitetanica. Se si va all’estero, bisogna ricordarsi di portare la tessera sanitaria.
Mutua MBA invita tutte le mamme e i papà a seguire i consigli del dottor Reale, e augura buone vacanze a tutti!

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