Sono arrivate a Roma, a bordo di un furgone partito dal Belgio, le prime 47mila dosi del vaccino americano Moderna, la seconda casa farmaceutica, dopo Pfizer- BioNTech ad aver ottenuto l’autorizzazione alla distribuzione da parte dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA). Dall’Hub di Pratica di Mare, dove vengono stoccati i vaccini, è arrivato anche uno stock di 75mila dosi Pfizer – le prime 9.750 sono arrivate a fine dicembre dando il via alla somministrazione delle prime dosi – che fa parte delle ulteriori 470mila dosi destinate a tutte le regioni del territorio.
Con la dotazione di dosi Pfizer, si sta valutando la possibilità di indicare ulteriori categorie per questa prima fase della campagna. Oltre a medici e ospiti delle Rsa, potrebbero partire già in questi giorni – allo scopo di limitare i decessi e gli ingressi in terapia intensiva – le vaccinazioni degli anziani over 80. A seguire, tra le altre categorie, ci sarebbero i docenti. “Tenendo conto che le 450 mila dosi del vaccino Pfizer arrivano settimanalmente, tenderei a dire che le dosi vadano tutte utilizzate subito per vaccinare più persone”, ha detto il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa a Timeline su Sky Tg24.
Il vaccino Moderna è il secondo vaccino COVID-19 a cui l’Agenzia ha dato il via libera, dopo quello Comirnaty, sviluppato da Pfizer–BioNTech del quale parleremo in un’intervista al professor Giovanni Di Perri, virologo e Direttore Clinica Universitaria Malattie Infettive Ospedale Amedeo Savoia – ASL Città di Torino, tra i primi sanitari in Italia ad aver ricevuto la prima dose del vaccino, nel prossimo numero del magazine Health Online.
Quali sono le caratteristiche del vaccino Moderna e quali le differenze con Pfizer- BioNTech?
Il vaccino mRNA-1273 di Moderna, analogamente al Comirnaty sviluppato da Pfizer/BioNTech, si basa su tecnologia a RNA messaggero: l’mRNA codifica per la proteina spike del virus SARS-CoV-2. Il vaccino, quindi, non introduce nelle cellule il virus vero e proprio, ma solo l’informazione genetica che serve alla cellula per costruire copie della proteina spike. L’mRNA utilizzato non rimane nell’organismo, ma si degrada poco dopo la vaccinazione. Il vaccino ha dimostrato un’efficacia del 94,1% nel prevenire l’infezione sintomatica da SARS-CoV-2.
La somministrazione del vaccino mRNA-1273 prevede due dosi da 0,5mL da iniettare per via intramuscolare a distanza di 28 giorni l’una dall’altra. Il vaccino va conservato a -25°/-15° fino a 7 mesi, ma è possibile conservarlo a una temperatura compresa tra 2° e 8°C nei luoghi stessi deputati alla vaccinazione per 30 giorni. Non è richiesta alcuna diluizione/ricostituzione e, prima della somministrazione, le dosi possono essere mantenute a temperatura ambiente (8-25°C) fino a un massimo di 12 ore. Una volta che la fiala multidose (10 dosi) è aperta, va conservata tra i 2° e i 25° per non più di sei ore.
Rispetto al vaccino Comirnaty Pfizer-BioNTech, sulla base dei dati attualmente disponibili, il profilo di sicurezza e di efficacia del vaccino Moderna appare sostanzialmente sovrapponibile. Si rilevano alcune differenti caratteristiche:
- Il vaccino Moderna è indicato a partire dai 18 anni di età, anziché dai 16 anni;
- La schedula vaccinale prevede due somministrazioni a distanza di 28 giorni, invece che di almeno 21 giorni;
- L’immunità si considera pienamente acquisita a partire da 2 settimane dopo la seconda somministrazione, anziché una;
- Il vaccino viene conservato a temperature comprese tra i -15° e -25°, ma è stabile tra +2° e +8° per 30 giorni se in confezione integra;
- Il flaconcino multidose contiene 6,3 ml e non richiede diluizione, è quindi già pronto all’uso. (fonte: AIFA)
In attesa che arrivi a febbraio anche il vaccino AstraZeneca “che consentirà una vera campagna vaccinale di massa”, ha detto all’Adnkronos Walter Ricciardi, consulente del Ministro della Salute Roberto Speranza, ad oggi sono oltre 885mila le persone vaccinate contro il Covid-19. Nello specifico sono 551.593 le donne e 334.221 gli uomini. È quanto emerge dal report vaccini anti-covid.