Dopo aver postato una sua foto su Instagram è diventata l’infermiera simbolo della lotta al COVID-19 per i lividi lasciati sul suo viso, naso, fronte e gote, dalla mascherina indossata nel corso delle tante ore di lavoro in reparto. Alessia Bonari è stata ospite della 71esima edizione del Festival di Sanremo quest’anno presentato da Amadeus e Fiorello e certamente segnato dall’emergenza sanitaria in atto che non solo non ha consentito all’Ariston, come a ogni altro teatro, di poter accogliere l’affezionato pubblico, ma ha introdotto protocolli di sicurezza stringenti e raffiche di tamponi per tutti coloro che vi hanno preso parte. “Sono i un’infermiera e in questo momento mi trovo ad affrontare questa emergenza sanitaria”, iniziava con queste poche parole lo scorso marzo il racconto della giovane infermiera dell’ospedale di Grosseto, affidato a Instagram, lanciando un appello a rispettare le misure imposte dal governo per il contenimento del coronavirus.
La presenza della Bonari alla manifestazione canora italiana per eccellenza è stata gradita a tutti ma cosa ancora più apprezzata è stata la sua scelta di devolvere l’intero compenso a un’associazione di Grosseto, La Farfalla, che si occupa di cure palliative ai malati terminali. “Non abbassiamo la guardia, uniti ce la faremo”, ha detto dall’Ariston vestita per una sera con abito lungo e lustrini sanremesi e non con la quotidiana divisa da infermiera.
“Ho scelto di devolvere il mio compenso per le cure ai malati terminali”. Lo ha dichiarato la 24enne al Corriere della Sera. Un gesto che fa onore alla giovane infermiera e che è frutto di una scelta molto significativa ed esemplare in un momento così complicato che proprio a partire da lunedì 8 marzo porterà alcune aree della Penisola a vivere un lockdown quasi del tutto completo (tra queste Campania e Romagna).
La Farfalla, presieduta da Roberto Vittorio Martinelli, da oltre dieci anni garantisce assistenza socio-sanitaria gratuita a domicilio a pazienti in fase avanzata di malattia. Secondo le disposizioni legislative di settore, aderendo alla filosofia delle cure palliative, La Farfalla promuove ed attua un modello di cura domiciliare caratterizzato da un approccio multidisciplinare al malato, in base alle risorse reperite sul territorio. Dal 2009 ad oggi, La Farfalla – cure palliative – ha assistito oltre 8.320 sofferenti in modo completamente gratuito, a domicilio, Hospice, presso l’ambulatorio di Leniterapia e presso le altre sedi. Quotidianamente sono più di 30 i pazienti e familiari assistiti dai professionisti – infermieri, psicologi, – che operano per l’Associazione toscana.