L’ alitosi è un’ alterazione sgradevole dell’ aria emessa durante la respirazione o la fonazione. È un disturbo organico, che può essere indice di un’ alterazione a livello del cavo orale ma anche a livello sistemico.Il cavo orale è caratterizzato da un’ esposizione particolare: apparentemente protetto dal mondo esterno (da guance e labbra), esso è in realtà continuamente esposto a scambi con la flora microbica ambientale. Nella cavità orale ci sono molti batteri che utilizzando l’ossigeno agiscono per impedire ai batteri demolitori di proliferare. Per l’equilibrio della flora della bocca c’è bisogno di entrambi i tipi, tuttavia, se creiamo un ambiente favorevole ai batteri demolitori, si perde l’equilibrio, che da luogo all’alitosi.
Gli alimenti dall’effetto acido, quelli ricchi di proteine, caffeina, tabacco, alcol e alcuni farmaci possono rovinare l’equilibrio batterico gastrointestinale e quindi contribuiscono in modo significativo alla proliferazione eccessiva dei batteri demolitori, e quindi ai problemi del sistema digestivo e alla nascita del cattivo odore della bocca.
Da questa situazione “pericolosa” deriva un’ enorme complessità dell’ ecosistema batterico delle nostre bocche, complessità che varia in funzione di cibo, fumo, farmaci, ambiente e tempo. Ad esempio, al mattino, complice la diminuzione del flusso salivare notturno, un po’ di alitosi può essere normale e non preoccupante, questa viene talvolta indicata come alitosi da risveglio. Altre volte, invece, questa può essere indice di carie, malattia parodontale e infezioni delle mucose. In questi casi, l’ odore sgradevole è imputabile al metabolismo batterico anaerobio che produce composti volatili solforati: per questo motivo l’ alito può assumere una più o meno delicata nota di zolfo (per la gioia dei presenti). Ciò che non tutti sanno, però, è che l’alitosi può essere dovuta anche a malattie sistemiche quali: epatopatie, nefropatie, pneumopatie, enteropatie. Si parla in questi casi di alito chetonico (diabete mellito), alito uremico (insufficienza renale) e foetos epaticus (epatopatie) e, a differenza del 90% dei casi di alitosi a eziologia intraorale, in questi casi l’ alito cattivo è persistente (non transitoria). Lavarsi i denti dunque può non essere sufficiente a conquistare un alito gradevole … ma non per questo si può prescindere dal farlo! Numerosi studi, infatti, hanno dimostrato che una cattiva igiene orale è correlata (tra le altre cose) ad un aumento del rischio cardiovascolare ed a una modificazione del livello di compenso della patologia diabetica!
Un’alitosi persistente richiede, dunque ulteriori analisi; è perciò il dentista, in particolar modo il medico odontostomatologo con area di esperienza nella parodontologia, il primo professionista a cui il paziente affetto da tale disturbo dovrebbe rivolgersi.
Attraverso l’anamnesi, l’esame clinico e radiologico, gli esami strumentali e di laboratorio, compresi, se necessari, i test microbiologici volti alla ricerca quantitativa e qualitativa di specifici germi anaerobi parodontali, egli può stabilire la causa precisa dell’alitosi di provenienza dal cavo orale e, nel caso, istituire la terapia capace di debellarla. Ma può anche escludere tale origine e inviare il paziente ad altri medici specialisti.