Il virus continua a generare apprensione e le carceri italiane restano un sorvegliato speciale. Dietro le sbarre continuano a preoccupare i cadi di positività al Covid registrati tra i detenuti e tra i poliziotti penitenziari: stando infatti al monitoraggio negli istituti penitenziari diffusi dal Ministero della Giustizia i positivi si aggirano intorno alle 850 unità su un totale di 54.175 detenuti (quasi tutti asintomatici, nessun sintomatico e uno ricoverato). Esattamente una settimana fa i positivi erano 643 su 54.255 detenuti.
In relazione alle vaccinazioni invece gli ultimi dati risalgono a lunedì 18 luglio quando il totale delle somministrazioni di vaccino a detenuti era pari a 110.634 (una settimana fa erano 110.470). In aumento anche il numero di agenti positivi: su 36.939 del personale in organico, sono 660 quelli attualmente contagiati (653 in degenza presso il proprio domicilio, 6 in degenza in caserma e 1 ricoverato in ospedale) rispetto ai 618 di sette giorni fa.
L’allarme arriva anche dal Segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo, per il quale “a questo punto non si può sminuire l’allarme lanciato da qualche settimana. Dopo l’incremento esponenziale dei casi di Covid “fuori”, il carcere non può essere considerato immune, tanto più che è stata abbassata l’attenzione sulla prevenzione e il controllo, con la scomparsa di mascherine e prodotti igienizzanti”.
In questo particolare momento dell’anno le sottovarianti di Omicron, BA.4 e BA.5, la fanno da padrone e costituiscono l’80% dei casi di Covid-19 in paesi come gli Stati Uniti, con la BA.5 che rappresenta la maggior parte contagi. Secondo Washington, le prime indicazioni segnalano che BA.5 ha una maggiore capacità di superare la barriera dei vaccini rispetto alle precedenti varianti, il vuol dire che ha il potenziale di far salire il numero di contagi nelle prossime settimane. Per queste ragioni risulta quanto mai necessario sottoporsi al primo o al secondo richiamo. “Fare il richiamo del vaccino anti-Covid ora non impedirà di ricevere un’altra dose in autunno negli Stati Uniti, quando saranno disponibili le versioni perfezionate per far fronte alle varianti, i cosiddetti “vaccini bivalenti”. A dirlo è stato Anthony Fauci in un briefing del team anti-Covid dell’Amministrazione Biden alla Casa Bianca.
In Italia invece è predominante al 75% la sottovariante BA.5 della Omicron e quest’ultima variante del virus SarsCoV2 continua ad avere una prevalenza stimata al 100%. Lo indicano i dati, aggiornati al 5 luglio, risultato dell’indagine rapida condotta dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e dal Ministero della Salute con i laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.