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L’architetto delle anime. Rolf Sellin spiega come superare le delusioni
Rolf Sellin si occupa dei ‘dolori dell’anima’ su cui si sofferma, inoltre, nel suo ultimo libro descrivendo un nuovo metodo per superare le delusioni.
“Di ferite psichiche ne ho subite, come pure ne ho inferte ad altri. Conosco l’argomento e, per affrontarlo in modo costruttivo, ho elaborato metodi che hanno aiutato molto prima me e successivamente i miei pazienti.” In un mondo in cui tutti sanno fare tutto e nel quale la creatività regna sovrana anche nell’ambito professionale non era mai capitato di entrare in contatto con una nuova figura lavorativa, del tutto originale e essenziale per la vita dell’uomo. Si tratta dell’architetto delle anime nato dal genio di Rolf Sellin, fondatore dell’Highly sensitive persons institut di Stoccarda, che da tempo si occupa dei ‘dolori dell’anima’ su cui si sofferma, inoltre, nel suo ultimo libro descrivendo un nuovo metodo per superare le delusioni.
In “Le persone sanno ancora volare” Sellin affronta le grandi delusioni della vita affermando che l’essere umano, spesso, ha una inclinazione a ripetere i propri sbagli restando ferito da delusioni che nel rinnovarsi assumono contorni più pesanti e meno superficiali. Se ignoriamo le piccole e grandi sofferenze che la vita ci pone di fronte, esse permangono, di frequente a livello inconscio, continuando ad attivare le dinamiche che ci avvelenano e che alimentano ulteriore sofferenza. Rolf Sellin, esperto di ipersensibilità, in questo suo nuovo lavoro entra con originalità e pragmatismo nelle pieghe delle ferite emotive, insegna come farci coraggio, come scoprire esattamente la parte di noi che è stata colpita e comprendere come guarirla. Il metodo proposto da Sellin, con nuove e utilissime tecniche di auto-aiuto, ha il proposito di curare la nostra sofferenza e spronando ciascun uomo a sfruttarla come strumento di crescita personale.
“Nulla unisce di più gli individui degli scontri. Molte persone ci provocano, per sentirsi più vicine a noi. E il legame si fa più forte. Accade spesso nelle famiglie o nelle relazioni molto strette. Poi c’è un altro aspetto interessante: se amiamo qualcuno, abbiamo difficoltà a credere che questa persona possa farci del male. Per questo anche se ci attacca non la abbandoniamo mai. Ci sono però dei limiti. Nei casi estremi questo può portare a una patologia. In questi casi continuiamo a mantenere rapporti con una persona che ci fa male e ci distrugge, sviluppando una specie di dipendenza”. Lo racconta a Repubblica confessando che il dolore lo si combatte iniziando a rivolgere a se stessi delle domande per diradare la confusione che regna nella mente nei momenti più bui della nostra vita. Far finta di niente e dimenticare? Mostrare il dolore? È sempre utile parlarne? Cosa è rimasto intatto? Come guardare in faccia il dolore? Perdonare?
Innanzitutto la persona interessata dal dolore, o dalla delusione, deve comprendere quale parte della vita è coinvolta nel dispiacere. Dopo una lite in ufficio, può essere positivo, ad esempio, sapere che ci sono colleghi che si comportano bene vicino a noi. Oppure che c’è una famiglia che ci sostiene o degli amici cari. Per evadere, spiega l’architetto delle anime, si può pensare a momenti piacevoli: programmare una bella cena, un libro da leggere o una passeggiata con il proprio cane. Quando la mente dimentica anche se per poco la sofferenza, in quel momento di pace, si può provare a ripensare a quello che è accaduto. In quei momenti ci sente più distaccati dal danno subìto e si affronta la situazione trovando anche la lucidità per perdonare e ricominciare tutto nuovamente.