Con l’avvio del nuovo anno bisogna fare i conti con il progressivo abbassamento delle temperature che nei mesi di gennaio e di febbraio in alcune aree d’Italia sfiorano picchi che raggiungono i -10 gradi compromettendo non di poco la salute delle popolazioni interessate. Quando si verificano cambiamenti della temperatura esterna (da freddo intenso a grande caldo e viceversa) l’organismo umano reagisce attivando un meccanismo di termoregolazione.
Se fa freddo produce calore per mezzo del metabolismo dell’energia proveniente dall’attività muscolare e dall’alimentazione, se fa caldo invece disperde il calore attraverso i processi di sudorazione e minzione. In entrambi i casi, lo scopo è di mantenere la temperatura corporea costante sui 37°. Ma se gli sbalzi di temperatura sono bruschi e continui questo complesso meccanismo di regolazione termica fa fatica ad adattarsi, dal momento che interessa diversi apparati vitali, dal sistema cardiocircolatorio a quello nervoso.
È infatti noto che gli improvvisi cambiamenti climatici generalmente rappresentano un problema per le persone con minori difese, si pensi ai bambini, agli anziani e ai soggetti con patologie croniche.
Le conseguenze negative di tale situazione sono soprattutto a carico dell’apparato respiratorio.
Per evitare malattie improvvise e disagi che potrebbero coinvolgere interi nuclei familiari, il Ministero della Salute ha stilato un vademecum che monitora ogni tipo di situazione, dai tassi di umidità da mantenere in casa all’utilizzo di indumenti caldi e pesanti, passando per la tipologia di riscaldamento fino al vaccino anti-influenzale. Partendo dalla propria abitazione è importante mantenere le temperature intorno ai 20 gradi evitando così di eccedere con il calore o di trovare una casa fredda sotto i 17 gradi. Creando questo equilibrio termico una volta rincasati non si subirà lo sbalzo alla base dei primi raffreddori. Inoltre, quotidianamente va tenuto sotto controllo il livello di umidità o con l’utilizzo di un umidificatore o collocando pezze bagnate sui caloriferi. Se la casa è abitata da due o più persone e se qualcuno degli inquilini o dei membri della famiglia è influenzato, per evitare contagi di tanto in tanto le stanze andrebbero fatte arieggiare anche se fuori fa davvero freddo. A questo si aggiunge un attento e continuo monitoraggio dello stato di salute di anziani, bambini e persone malate presenti in casa.
Per coloro che non hanno i tradizionali caloriferi in ghisa ma si scaldano con stufe a gas e caminetti attenzione al loro corretto funzionamento: se in casa sono presenti stufe elettriche bisogna prestare attenzione al loro corretto utilizzo per evitare il rischio di folgorazione e scottature. Riscaldare casa però non basta: per restare caldi è importante vestirsi a strati con tessuti che riscaldano il corpo, dai piedi alle orecchie. Una volta fuori indossare sempre sciarpa, guanti, cappello e un caldo soprabito. Inoltre, in caso di gelo per le strade anche un paio di stivali antiscivolo per evitare disastrose cadute.
Passando poi al cibo e alle bevande anche in questo caso ci sono delle indicazioni da prendere in esame e delle accortezze da conservare per restare in salute. Generalmente nelle serate invernali, restando in compagnia di amici, si beve un bicchiere in più ritenendo che l’alcol scaldi. Se in parte la credenza non è errata, dall’altro però è doveroso sapere che le bevande alcoliche favoriscono la dispersione del calore prodotta dal corpo. All’interno del vademecum pro-salute e anti-gelo non sono presenti indicazioni prettamente legate al cibo, ma si sa una buona zuppa calda d’inverno è il pasto preferito da tutti, anche dai bambini che il più delle volte nutrono particolari antipatie per legumi e verdure, veri scudi anti-influenzali.