Anche se il sole è il migliore anti depressivo naturale non bisogna abusare della tintarella perché potrebbe essere nociva per la pelle con il rischio elevato di sviluppare un tumore.
Anche quest’anno l’estate ha fatto il suo ingresso portando con sé temperature elevate. In questo periodo e per i prossimi mesi la tintarella è una tentazione alla quale è quasi impossibile resistere.
Mare, montagna, parco, sono i luoghi più gettonati per godersi qualche ora al sole in completo relax. E’ stato dimostrato che il sole è un anti depressivo naturale.
“L’esposizione ai raggi ultravioletti – ha detto a Mutua Mba la dottoressa Patrizia Teofoli, Dirigente I livello Istituto Dermopatico dell’Immacolata, IRCCS-Roma – induce importanti e positivi effetti biologici, inclusi la sintesi di vitamina D, la sintesi di molecole con proprietà immunomodulanti, d’importanza terapeutica per chi è affetto da alcune dermatiti (psoriasi, dermatite atopica,..) ed inoltre aumenta i livelli di serotonina, un mediatore sintetizzato nel sistema nervoso, responsabile del tono dell’umore. Ciò spiegherebbe l’effetto positivo del sole sul tono dell’umore ed il fatto che spesso i disturbi depressivi e del ritmo del sonno siano frequentemente stagionali poichè legati alle variazioni di luce solare”.
Pur essendo il migliore anti depressivo naturale non bisogna abusare della luce solare perché questa potrebbe essere nociva per la pelle con il rischio elevato di sviluppare un tumore.
L’esposizione solare è tradizionalmente considerata come la più importante fonte di radiazioni UV per l’uomo e viene classificata come “cancerogena” dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro.
Esistono tre principali tipi di tumore della pelle: i carconomi basocellulari, quelli spinocellulari e i melanomi.
Dalle cellule epiteliali hanno origine i carcinomi basocellulari e quelli spinocellulari, mentre dai melanociti si sviluppano i melanomi.
La prognosi dei due tipi di tumore è molto diversa: i primi crescono infatti molto lentamente, e di rado danno luogo a metastasi: molto raramente sono mortali.
Il melanoma, invece, è la forma più grave dei tumori della pelle, ed è particolarmente pericoloso perché rispetto ad altri tumori cutanei può dar luogo con maggiore frequenza a metastasi.
“L’aumentata incidenza dei carcinomi cutanei e la correlazione tra carcinogenesi cutanea ed esposizione solare – ha spiegato la Teofoli – induce ad una corretta esposizione solare. La luce solare è costituita in parte da radiazioni ultraviolette in grado di raggiungere la pelle, che si distinguono in UVA e UVB. Queste radiazioni sono responsabili della pigmentazione cutanea, e quindi del fenomeno ‘abbronzatura’”.
Gli UVB penetrano in modo minore nella cute ma inducono maggiori effetti biologici come l’eritema solare e la pigmentazione immediata e sono maggiormente implicati nell’induzione dei tumori della pelle. I raggi UVA, a maggiore lunghezza d’onda, invece, sono in grado di penetrare più profondamente nella cute, determinano la pigmentazione cutanea ritardata che compare diverse ore dopo l’esposizione solare e contribuiscono all’invecchiamento cutaneo ma anche in parte alla carcinogenesi cutanea. Nel caso del melanoma il ruolo degli UV è più complessa, ma il rapporto tra sole, nevi melanocitari e melanoma nasce da numerose osservazioni in cui si è evidenziato che l’esposizione solare nell’infanzia induce la comparsa di nevi melanocitari, inclusi i nevi clinicamente atipici, soprattutto nelle aree maggiormente esposte al sole e che il numero di “nei” sia benigni che atipici è correlato al rischio di incidenza del melanoma.
I raggi ultravioletti, infatti, sono in grado di danneggiare il patrimonio genetico della cellula modificandone il comportamento, attivando oncogeni o inattivando geni soppressori che prevengono la trasformazione tumorale delle cellule, anche se ormai è dimostrato che è nell’induzione del melanoma è fondamentale l’interazione tra esposizione solare e fattori genetici.
Nei numerosi studi effettuati è emerso che l’incidenza e la gravità del melanoma è maggiore nei soggetti di pelle chiara, con minore potenzialità nel produrre melanina e quindi minore capacità di abbronzarsi (meccanismo naturale di difesa dai raggi solari) soprattutto nei paesi più vicini all’equatore dove è maggiore l’intensità delle radiazioni ultraviolette a cui è esposta la cute”.
Quali sono i consigli degli esperti per evitare rischi per la salute?
La prima raccomandazione degli specialistici è quella di non esagerare con l’esposizione prolungata in orari sbagliati perché nel tempo, come spiegato, potrebbe insorgere, sia per cause genetiche che per fototipo della pelle, un tumore cutaneo.
Il rischio di sviluppare un tumore è spesso ereditario quindi le persone che sanno di avere avuto dei casi in famiglia e che presentano una cute molto chiara (tipo I e II) dovrebbero sottoporsi ad una visita dermatologica almeno una volta l’anno. I raggi UV sono un fattore di rischio da non sottovalutare ed è quindi necessario adottare le giuste misure di prevenzione.
Cosa si intende per fototipo? E’ la tipologia di pelle tenuto conto del colore dei capelli e degli occhi. I fototipi si differenziano in 6 categorie.
Nel Fototipo 1 rientrano le persone che hanno la carnagione molto chiara, spesso con efelidi, capelli biondi o rossi e occhi chiari. La mancanza quasi totale di melanina – un pigmento che viene prodotto quando siamo colpiti dal sole e che ha il compito di proteggerci dai raggi ultravioletti (Uv)- provoca generalmente un eritema evidente a ogni esposizione al sole non protetta. L’abbronzatura è molto tenue, quasi inesistente. La reazione ai raggi solari è molto elevata, con alto rischio di danni permanenti e di scottature anche gravi.
Per questa categoria gli esperti consigliano di esporsi il meno possibile al sole nelle ore più calde (11-17) e utilizzare creme solari con il massimo fattore di protezione solare possibile.
Il Fototipo 2 è colui che presenta una carnagione chiara, capelli biondo scuro o castano chiaro. La quantità di melanina è ridotta: la capacità di difesa è piuttosto scarsa, per cui la pelle tende a scottarsi facilmente. L’abbronzatura risultante all’esposizione è lieve (dorata).
Il fattore di protezione solare (fps) consigliato anche per questa categoria è il massimo: prestare particolare attenzione alla protezione del naso, padiglioni auricolari, labbra, nuca e occhi. Evitare le ustioni dal sole e trattenersi all’ombra (sopratutto durante il giorno tra le 11 e le 16).
Fa parte del Fototipo 3 chi invece ha la carnagione abbastanza scura, capelli castani. La pelle si scotta solo dopo un’esposizione prolungata. Si può ottenere un’abbronzatura intensa e omogenea.
Fps consigliato: medio-alto. Prestare particolare attenzione alla protezione del naso, padiglioni auricolari, labbra, nuca e occhi. L’esposizione nelle ore più calde (11-16) è comunque pericolosa.
Carnagione olivastra, occhi e capelli neri è il fototipo 4. La pelle si scotta molto di rado. In breve tempo viene prodotta un’abbronzatura molto intensa. È il fototipo più tipico in Italia.
Fps consigliato: medio. Proteggersi di più nelleore più calde (11-16) quando l’esposizione è comunque pericolosa e a rischio scottature.
Nel Fototipo 5 rientrano le persone con la carnagione, capelli (spesso crespi) e occhi scuri. Minima sensibilità ai raggi solari e possibilità di esporsi al sole senza problemi di scottature. È il fototipo più comune in Medio Oriente.
Anche in questo caso il Fps consigliato è medio. L’esposizione nelle ore più calde (11-16) è comunque pericolosa. Evitare le ustioni con cappellini e occhiali.
Infine, nel Fototipo 6 rientrano le persone con la pelle nera che non si scottano mai al sole, ma non è detto che non si pigmentino. Inoltre possono comunque sviluppare tumori della pelle, la cui diagnosi può essere molto difficile.
In questo caso il consiglio degli esperti è quello di utilizzare filtri di protezione solare da bassa a media. Evitare le ustioni solari: dopo lunghi periodi in cui ci si espone molto poco al sole è possibile ustionarsi anche con un fototipo 6.
Dottoressa Teofoli, qual è la giusta modalità di esposizione solare per evitare dei danni?
“E’ ormai documentato che circa l’80% dei danni da esposizione solare si verificano prima dei venti anni di età, soprattutto nelle pelli più chiare, pertanto è sempre buona regola, per in ogni fascia di età, seguire discipline di fotoprotezione che suggeriscono l’uso di schermi solari fin dalla prima infanzia preferendo quelli a largo spettro nei confronti dei raggi UVA ed UVB con fattore di protezione di almeno SPF 30 (anche nei giorni nuvolosi).
Questo perché la fotoprotezione previene i danni da UV e riduce il rischio di tumori cutanei. Gli schermi solari fisici e chimici funzionano assorbendo, riflettendo e diffondendo le radiazioni solari. Inoltre, è importante anche assumere per via orale, da 2 a 4 settimane prima e durante l’esposizione solare, delle formulazioni arricchite con antiossidanti (vitamina E, vitamina C, acido ferulico, ed altri principi attivi di origine vegetale) che neutralizzano i radicali liberi responsabili dello stress ossidativo responsabile del danno cellulare e costituiscono anche una difesa per il nostro organismo.
E’ molto importante, ai fini di evitare i danni indotti dai raggi UV, tener conto dell’intensità della luce solare (UV-index) e della propria capacità di produrre melanina perché quando compare un eritema è segno dell’inizio di un danno biologico.
Alla luce di quanto detto, i miei consigli sono: un uso corretto degli schermi solari che dovrebbero essere a largo spettro per i raggi UVA ed UVB con fattore di protezione almeno SPF 30, anche nei giorni nuvolosi, da applicare 20-30 minuti prima dell’esposizione solare e da riapplicare ogni 2 ore, soprattutto dopo attività sportiva o bagno anche se i prodotti utilizzati sono quelli resistenti all’acqua.
Le radiazioni sono più intense dalle 10 alle ore 16.00 con un picco tra le 11 e le 14 momento in cui si dovrebbero preferibilmente indossare indumenti protettivi a tessitura compatta (indumenti a tessitura larga od indumenti bagnati schermano solo in parte i raggi UV) ed occhiali solari capaci di schermare i raggi UV, questo perchè, è importante ricordare che ci si “scotta” anche nelle giornate nuvolose e che gli scogli, la neve e la sabbia riflettono 85-90% dei raggi ultravioletti”.
Gli schermi solari garantiscono una protezione sicura? E come dovrebbero essere utilizzati?
“Sono sicuri ma la protezione non è mai assoluta. E’ importante usarli 20 minuti prima dell’esposizione solare”.
E come comportarsi con i bambini?
“Per i piccoli, soprattutto al di sotto dei 6 anni, occorre aumentare il fattore di protezione ed io consiglio SPF 50 anche per le varie attività all’esterno che svolgono quotidianamente i bambini”.
La parola d’ordine, dunque, è prendere il sole con moderazione, proteggendosi ed evitando le ore più calde e scegliere bene il solare da utilizzare durante l’esposizione. In commercio c’è una grande varietà di prodotti cosmetici appositamente dedicati alla protezione denominati “solari”. Sotto questa categoria, vengono proposti moltissimi prodotti pertanto è importante fornire qualche informazione per una scelta consapevole.
Ai solari sono dedicati un Regolamento e una Direttiva UE. La raccomandazione prevede, tra le altre cose, che il grado di protezione dai raggi UV e l’efficacia del prodotto debbano essere indicati in etichetta anche mediante una delle quattro categorie di protezione individuate, ovvero “bassa” (protezione 6 e 10), “media” (15, 20, 25), “alta”(30, 50) e “molto alta”(oltre 50).
In etichetta, la categoria e il fattore di protezione solare devono essere riportate con la stessa visibilità. Per scegliere correttamente la crema solare ideale per il proprio tipo di pelle bisogna innanzitutto conoscere il proprio fototipo, e ad ognuno corrisponde il corretto fattore solare indicato su ogni prodotto solare (es. 6, 10, 15, 20, 50).
Il consumatore deve inoltre essere reso consapevole dei rischi derivanti da un’eccessiva esposizione ai raggi solari e avere indicazioni in merito all’efficacia dei prodotti solari.
Pertanto, l’etichetta deve riportare la frequenza di applicazione e la quantità minima di prodotto da applicare per garantire un adeguato grado di protezione della pelle. Inoltre, in considerazione dei rischi derivanti dall’esposizione ai raggi UV, tra le indicazioni che non vanno riportate in etichetta ci sono anche la capacità di protezione del 100% (e.g., «schermo totale» o «protezione totale») o il fatto che il prodotto possa assicurare la protezione per l’intera giornata, dal momento che si tratta di informazioni non veritiere. Infine, deve risultare chiaro al consumatore che la funzione dei solari è quella di prevenire eventuali danni che non possono comunque essere esclusi e solo l’attenta osservanza delle prescrizioni d’uso ne garantisce l’efficacia.