Una ricerca dell’Università di Toronto ha evidenziato i benefici per il cervello dell’attività fisica svolta durante l’infanzia.
Fare sport, o comunque tanto movimento, correre e saltare è sicuramente un gran divertimento per i bambini. Ma, secondo uno studio realizzato dall’Università di Toronto, può avere anche il vantaggio di migliorare la loro memoria, permettendo loro di ricordare meglio le cose una volta che saranno anziani. L’attività fisica nell’infanzia avrebbe quindi, secondo i ricercatori, conseguenze durature direttamente sul cervello, influenzando lo sviluppo cognitivo, nonché il mantenimento delle capacità nel tempo.
La ricerca è stata condotta sui topi, che sono stati divisi in due gruppi: al primo gruppo è stata messa a disposizione una ruota. Una volta cresciuti, è stata allestita una nuova gabbia, in una stanza diversa da quella a cui i topi erano abituati. I ricercatori hanno utilizzato una tecnica di condizionamento classico, insegnando ai roditori che ogni volta che venivano trasportati in quella stanza dentro a quella gabbia avrebbero ricevuto una scossa elettrica. Ogni volta che venivano trasferiti nella gabbia “nuova”, per la paura restavano immobili (freezing), ricordando la scossa.
A due settimane di distanza, i ricercatori hanno allestito due situazioni simili, a quelle usate per il condizionamento; i topi sono stati trasportati in una gabbia identica a quella dove ricevevano la scossa elettrica, ma sistemata in una stanza illuminata in maniera differente, o in una gabbia e in un ambiente completamente diverse da quelle utilizzate per il condizionamento.
Osservando le reazioni dei roditori, si è notato che gli “sportivi” avevano una memoria più precisa: in queste ultime due situazioni mostravano meno paura (il 50% in meno) rispetto agli altri topi, perché si rendevano conto che le caratteristiche dell’’ambiente non erano uguali a quelle che per loro rappresentavano una minaccia.
Anche in età adulta esiste un processo di neurogenesi, nell’area cerebrale dell’ippocampo, fondamentale per la memoria, dove la generazione continua di neuroni è affidata alle cellule staminali. Questo processo di produzione di nuovi neuroni nel cervello di topi adulti – ma anche la maggior attività di questi neuroni – è più efficace quando da giovani i roditori hanno svolto molta attività fisica. Il movimento in età giovanile permetterebbe anche agli esseri umani di preservare e persino di potenziare la “riserva cognitiva”, uno scudo che ci protegge e può fronteggiare – o magari ritardare – le malattie neurodegenerative.
Si tratta dell’ennesima dimostrazione di quanto uno stile di vita sano sia importante per mantenere in salute il nostro corpo e il cervello, vivere più a lungo e avere più probabilità di mantenere la propria indipendenza anche una volta anziani.
Un altro recente studio realizzato dalla Deakin University di Melbourne, ha evidenziato che l’infanzia e l’adolescenza sono i periodi cruciali per influenzare positivamente la salute cerebrale. Fare attività fisica per tutta la vita riduce il rischio futuro di demenza e del morbo di Parkinson e assicura benefici al cervello in ogni fase della vita, con possibili effetti diretti sulla sua struttura e sulle sue funzioni.