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Autismo: circus Aut Out, il circo visto con altri occhi
L’arte del Circo come percorso terapeutico: attività acrobatica, giocoleria ed equilibrismo, sono le discipline applicate con un nuovo metodo di lavoro nel progetto “Circus Aut Out” (il circo visto con altri occhi), dedicato ai ragazzi affetti da disturbi dello spettro autistico.
L’idea del progetto è nata 3 anni fa dalla collaborazione tra il Dipartimento Salute mentale di Empoli e la Casa di Ventignano, Centro Diurno per ragazzi con disturbi dello spettro autistico e Circo Libera Tutti, Associazione che promuove le arti circensi, il circo ludico-educativo ed il circo sociale. In questi anni hanno partecipato al progetto 15 ragazzi di età compresa fra i sei ed i quindici anni.
L’attività circense è un percorso terapeutico strutturato su principi teorici della Ted (modello per persone affette da autismo) ideato dalla professoressa Catherine Barthélémy (uno dei massimi esperti sull’autismo a livello internazionale) nel 1976.
Una equipe multiprofessionale composta da: neuropsichiatra infantile, maestro di circo,
educatore professionale ed assistenti, propongono esercizi delle discipline circensi in modo da far sperimentare e sviluppare la percezione del proprio corpo e delle proprie capacità sia motorie che sociali. Tutto ciò si svolge in un clima ludico ed ecologico con l’obiettivo di stimolare funzioni cognitive deficitarie come l’attenzione, l’imitazione ecc…
Lo scorso 23 gennaio, undici ragazzi del progetto “Circus Aut Out” si sono esibiti, con grande successo di pubblico, ad Annot in Francia.
“Le attività proposte nel progetto – ha spiegato la dottoressa Cinzia Pieraccini neuropsichiatra infantile dell’AUSL Toscana Centro e ideatrice del progetto – stanno ottenendo risultati inaspettati. I ragazzi riescono a collaborare tra di loro e con gli assistenti di circo in un clima di reciprocità, disponibilità e divertimento. Hanno acquisito la capacità di adattarsi ai tempi ed agli stati d’animo di un vero e proprio spettacolo teatrale. Sono molto soddisfatta del lavoro svolto e del viaggio, un successo dal punto di vista umano e professionale”.