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Autismo, la pandemia ha peggiorato la condizione di molti
L’emergenza sanitaria ha provocato non poche difficoltà, soprattutto alle persone che vivono di relazioni e che si nutrono del contatto con l’altro. In questo senso, l’isolamento e il distanziamento interpersonale hanno acuito la condizione delle persone a cui è stato diagnosticato un disturbo del neuro-sviluppo che coinvolge principalmente linguaggio e comunicazione e interazione sociale. È questo il caso delle persone con spettro autistico che in Italia sono presenti in circa 500 mila famiglie che, dall’insorgere della pandemia, hanno dovuto far fronte – più del solito – alle difficoltà pratiche che il convivere con questa condizione comporta. In occasione della Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, che si celebra il 2 aprile, centinaia di monumenti in Italia e nel mondo si illumineranno di blu per accendere i riflettori su questo disturbo e per sensibilizzare sul tema.
Nel nostro paese un bambino su 77, nella fascia tra i 7 e i 9 anni, presenta un disturbo dello spettro autistico, con una prevalenza maggiore nei maschi (4,4 volte più delle donne). Generalmente i primi sintomi si manifestano tra i 14 e i 28 mesi di vita. Come precisato sul sito dell’Ospedale pediatrico “Bambino Gesù” di Roma, il termine “autismo” fa riferimento a un insieme di Disturbi dello Spettro Autistico (DSA o, in inglese, ASD, Autistic Spectrum Disorders), che comprendono tutta una serie di disturbi del neuro sviluppo, determinati da un’alterata organizzazione del cervello, il cui esordio avviene nei primi tre anni di vita. I piccoli con autismo provano difficoltà nel comunicare e nelle fasi della comprensione degli altri. Oltre a soffrire di una ipersensibilizzazione nei confronti di rumori e suoni, possono essere soggetti a movimenti del corpo ripetitivi e stereotipati, come dondolio, auto stimolazione o battito di mani.
Supporto e assistenza. Anche in relazione allo spettro autistico gli occhi sono puntati sulla popolazione ucraina e sul grande esodo dal Paese che dal 24 febbraio scorso è sotto attacco. L’evacuazione della popolazione civile ha fatto emergere nel giro di poche settimane un serie di bisogni e di emergenze che chiamano a raccolta anche l’Italia, quale destinazione di molte persone in fuga. Significativo l’impegno di alcune famiglie di Arezzo e Siena, raccolte in un’associazione fondata da genitori di persone autistiche, che in d’intesa con le Asl hanno definito un protocollo d’intervento per supportare ed assistere eventuali bambini autistici che arriveranno. “Questo percorso – ha dichiarato alla stampa Giuliana Galli Direttrice del Dipartimento della salute mentale – previsto dalle ultime decisioni del Governo sull’inquadramento dei rifugiati dalla guerra in Ucraina, vedrà coinvolta l’azienda sanitaria e le associazioni ognuno per la sua parte. Con la nostra rete autismo aziendale abbiamo definito un Protocollo di intervento mirato all’accoglienza delle persone con disturbi dello spettro autistico”.