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Azalea per la ricerca AIRC, il fiore simbolo della salute al femminile
Domenica 12 maggio in occasione della festa della mamma, torna il consueto appuntamento con “Azalea della Ricerca” Airc, la storica Fondazione che da 35 anni contribuisce alla raccolta fondi per sostenere la ricerca sul tumore al seno e agli organi riproduttivi. Il fiore simbolo dell’iniziativa sboccera’ in circa 3700 piazze italiane e vedra’ impegnati ventimila volontari di Fondazione AIRC per dare continuità ai progressi della ricerca attraverso la distribuzione di coloratissime azalee con le quali sarà possibile fare uno speciale regalo a tutte le mamme e a tutte le donne. Negli anni AIRC ha messo a disposizione dei ricercatori più di 32 milioni di euro per studi sulla prevenzione, la diagnosi e la cura del cancro al seno e agli organi riproduttivi. Un impegno straordinario per affrontare queste neoplasie. Il cancro al seno è il più diffuso, con circa 52.300 nuove diagnosi: di fatto tocca una donna su otto. È però anche il tumore per il quale, negli ultimi due decenni, la ricerca ha ottenuto i migliori risultati, portando la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi a crescere fino all’87%. Un progresso costante, frutto del lavoro dei ricercatori che hanno saputo migliorare i trattamenti, sia in termini di efficacia, sia di tollerabilità, offrendo alle donne una sempre migliore qualità di vita.
I tumori ginecologici interessano circa 16.000 pazienti. Per i tumori dell’endometrio e della cervice uterina la sopravvivenza a cinque anni ha registrato una crescita costante, arrivando rispettivamente al 77% e al 74%. Più complessa invece la situazione per il tumore dell’ovaio che risulta difficile da diagnosticare precocemente e spesso presenta un alto tasso di recidiva e di resistenza ai farmaci. Per superare questi problemi i ricercatori AIRC stanno sperimentando nuove combinazioni terapeutiche per ridurre la resistenza ai farmaci. Inoltre stanno focalizzando la loro attenzione anche sull’immunoterapia, in modo da individuare nuovi farmaci capaci di stimolare le risposte immunitarie delle pazienti.
E’ recente la notizia che riguarda gli eccellenti risultati di uno studio, pubblicati su Cancer Research, incentrato sulle nuove applicazioni farmacologiche contro cellule di tumori metastatici (in particolare tumori mammari). Lo studio e’ stato coordinato da Gabriella Minchiotti del CNR di Napoli è stato svolto dall’Istituto di genetica e biofisica del Consiglio nazionale delle ricerche in collaborazione con l’Ifom e con il sostegno di Fondazione AIRC e Miur. “Un’analisi molecolare e funzionale dell’azione di questi farmaci ha portato a identificare un meccanismo, fino a oggi sconosciuto, che si attiva nelle cellule che acquisiscono la capacità di muoversi – spiega Minchiotti – Abbiamo scoperto che un rapido aumento della sintesi di collagene, la proteina più abbondante del corpo umano, provoca uno squilibrio metabolico che modifica il profilo epigenetico della cellula, e quindi verosimilmente l’identità cellulare, senza però modificare la sequenza del Dna. Ciò sembra determinare l’acquisizione della capacità di muoversi in cellule normali e tumorali. Questa inaspettata comunicazione fra collagene e Dna, incidentalmente i due polimeri più abbondanti nel nostro organismo, è mediata da una specifica classe di enzimi, le diossigenasi dipendenti dalla vitamina C”. Questo lavoro rappresenta il primo passo verso strategie di ‘drug-repositioning’, in italiano il riposizionamento di vecchi farmaci per nuove applicazioni. Tali farmaci sono stati selezionati in esperimenti di laboratorio per la capacità di interferire con il movimento delle cellule e di controllare la disseminazione di tumori, in particolare quelli in cui il metabolismo del collagene ha un ruolo chiave.
A rappresentare i circa 5.000 scienziati AIRC nell’immagine della campagna Carlotta Giorgi, ricercatrice presso il Dipartimento di Morfologia, Chirurgia e Medicina Sperimentale dell’Università di Ferrara e mamma di cinque figli. “Grazie al fondamentale sostegno di AIRC – dichiara – con il mio gruppo stiamo studiando il ruolo della ‘proteina-freno’ PML nel microambiente attorno al tumore dove si trovano le cellule del sistema immunitario, con l’obiettivo di identificare una terapia combinata che renda il tumore sensibile ai farmaci chemioterapici e meno capace di crescere, e che riattivi anche la piena risposta immunitaria”.
Insieme a lei Francesca, mamma di Lorenzo ed Elisa, a cui quattro anni fa è stato diagnosticato un carcinoma al seno e che oggi con la sua testimonianza vuole sottolineare i progressi della ricerca.“Alle donne che ricevono una diagnosi di tumore al seno – afferma – voglio dire che è importante che non si sentano sole. Come loro all’inizio ho creduto di non potercela fare, ero terrorizzata. Poi però sulla mia strada ho trovato ottimi medici che mi hanno seguita e mi hanno trasmesso la consapevolezza che la ricerca ogni giorno lavora per individuare nuove strade per le pazienti. Fondamentale per me è stato anche il supporto della psico-oncologa che mi ha accompagnato durante tutto il percorso di cura aiutandomi a superare i momenti più complicati”.
La ricerca ha fatto grandi progressi grazie al lavoro dei ricercatori impegnati ogni giorno nel trovare nuovi strumenti per sconfiggere le neoplasie. Ma non si e’ ancora arrivati al traguardo, contribuiamo affinche’ ci si possa arrivare presto, domani andiamo in una delle piazze e acquistiamo un’azalea per la ricerca.