Secondo uno studio di Veronica W. Setiavan della Keck School of Medicine della University of Southern California vive di più chi beve più caffè nel corso di una giornata.
Per alcuni è una mela, per altri ancora un bicchiere di buon vino rosso al giorno, per molti invece il tutto è concentrato in una manciata di mandorle: la verità è che l’elisir di lunga vita è uno di quegli argomenti che lascerebbe scorrere all’infinito fiumi di inchiostro senza mai giungere davvero a una soluzione unica. Da sempre, infatti, ci si interroga su quale sia il modo giusto per vivere più a lungo ma nuove scoperte inducono gli interessati al tema a spodestare quelli che sino ad ora era considerati generalmente come i rimedi più salutari.
Secondo uno studio di Veronica W. Setiavan della Keck School of Medicine della University of Southern California pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine vive di più chi beve più caffè nel corso di una giornata. Secondo l’esperta, infatti, coloro che bevono caffè hanno un rischio ridotto di morire per una serie di cause, dalle malattie cardiovascolari, ictus e problemi di fegato. Questo studio, tuttavia, ancora non stabilisce il legame diretto o la causa degli effetti benefici dell’assunzione di caffè. Tuttavia, il caffè, storicamente (e non poco miticamente) nasce come una pozione nera che ha lo scopo di attenuare i dolori e i fastidi gastrologici. Lo stesso profeta Maometto, secondo la leggenda, guarì dai suoi mali dopo che ebbe bevuto una tazza di tale pozione consigliatagli proprio dall’Arcangelo Gabriele e preparata da Allah.
Pertanto – mito a parte – bere una tazza di caffè al giorno, non l’espresso ma quello lungo americano, per la scienza abbassa del 12% il rischio di morte, livello che cala del 18% per chi ne beve tre. Lo studio si basa principalmente sull’analisi del comportamento di 215.00 adulti di età compresa tra 45 e 75 anni. Nella ricerca si collegano gli effetti benefici “agli antiossidanti e ai composti fenolici del caffè che giocano un importante ruolo nella prevenzione dei tumori” ha osservato la dottoressa Setiawan.
Un secondo studio, pubblicato sulla stessa rivista, rapporta invece il consumo di caffè al ridotto rischio di morte per problemi circolatori o digestivi. In questo caso sono state esaminate le abitudini di oltre mezzo milione di europei in una ricerca del professore Elio Riboli direttore della School of Pubblic Health dell’Imperial College di Londra. Ricerca che ha notato che bere più caffè “riduce i tracciatori delle infiammazioni” e “migliora quelli delle funzioni epatiche”.
Altri ricercatori della Joh Hopkins University invocano prudenza perché è troppo presto per suggerire che bere più caffè allunghi la vita. Ma l’elemento nuovo è che berne di più è sicuro se si parla di “3 o 5 tazze al giorno”. E chi ha problemi di sonno o tensione? Qui sta il punto più sorprendente: i benefici sulla salute sarebbero provati anche per chi beve caffè decaffeinati. Sembra infatti che le proprietà salutari non siano dovute alla caffeina ma ai numerosi composti presenti, come i polifenoli (potenti antiossidanti vegetali), gli acidi clorogenici (anch’essi composti fenolici), i diterpeni (presenti in resine e balsami vegetali), tutti con proprietà antiossidanti. Nello studio, infatti, le persone che bevevano il caffè tendevano ad avere livelli inferiori di infiammazione, profili di lipidi più sani e un migliore controllo del glucosio. I benefici maggiori sono stati riscontrati per l’apparato digerente e in particolare sul fegato (i consumatori avrebbero un migliore profilo enzimatico).