Circa 1 italiano su 2 (45%) ha rinunciato nell’ultimo anno all’acquisto di farmaci. Lo dice l’indagine Doxa realizzata per Banco Farmaceutico.
Circa 1 italiano su 2 (45%) ha rinunciato nell’ultimo anno all’acquisto di un farmaco, in particolare di farmaci non mutuabili e, quindi, a carico completo del cittadino.
La percentuale supera il 50% per le casalinghe e pensionati, che risultano essere così la fascia di popolazione più penalizzata.
Con l’aumentare delle malattie, aumentano anche le difficoltà ad affrontarle sotto il profilo economico.
Questi alcuni dati emersi dall’indagine Doxa realizzata per Banco Farmaceutico Nuove povertà e bisogni sanitari. Il report, è stato presentato il 17 marzo dal Banco Farmaceutico nell’ambito del congresso Farmacista più, dove è stato analizzato, in maniera approfondita e inedita, lo stato di salute degli italiani e le loro difficoltà nell’accedere alle cure, evidenziando i profili delle categorie più a rischio.
Tra gli intervistati, il 45% degli italiani dichiara di avere in famiglia almeno un caso di patologia rilevante. Se aumenta il numero delle patologie concomitanti o presenti in famiglia, aumenta la problematicità dell’accesso ai farmaci. Le famiglie in cui è presente almeno 1 patologia rilevante hanno rinunciato ad acquistare farmaci nel 54% dei casi. Quelle con 2-3 patologie rilevanti hanno rinunciato nel 57%. Quelle con 4 patologie o più nel 64%.
I dati sono allarmanti per quanto concerne le rinunce alle visite mediche:1 italiano su 4 (26%) si è trovato a dover rinunciare nell’ultimo anno almeno ad una visita medica, in particolare a terapie di riabilitazione e visite odontoiatriche.
Tra i single con lavori precari – la categoria più a rischio – il tasso di rinuncia raggiunge il 41%, mentre tra i pensionati e le casalinghe il 38% se vivono in famiglia, il 34% se vivono da soli. Tra i genitori separati con figli a carico, la percentuale raggiunge il 39%.
Anche gli esami del sangue rappresentano un problema, tant’è che più di 1 famiglia su 2 incontra difficoltà economiche nell’accesso alle visite specialistiche.
Le difficoltà maggiori si riscontrano nell’effettuare visite specialistiche a pagamento (32%), esami del sangue (31%), visite specialistiche ospedaliere con pagamento del ticket se previsto (28%), visite odontoiatriche (26%).
Il documento completo relativo al sondaggio è disponibile sul sito www.agcom.it.
Nonostante la rilevanza dei problemi di accesso ai servizi sanitari ed alle cure, la percentuale di persone che dichiara di aver ricevuto supporto da enti assistenziali è marginale (1%).
Un dato così basso potrebbe essere indicatore di diversi fattori: la comunicazione e condivisione del problema e cioè la difficoltà del comunicare una problematica economica nell’accesso ad un bene primario, come le cure mediche e il riconoscimento del problema, ovvero la difficoltà nel riconoscere di avere un problema economico sanitario.
“Le difficoltà economiche non investono solamente le fasce tradizionalmente considerate povere, ma buona parte degli italiani. I dati che abbiamo presentato oggi testimoniano come, da un lato, conoscere il fenomeno sia la condizione necessaria per poterlo affrontare; dall’altro, quanto il mondo del non profit e la carità di chi lo alimenta rappresentino, oggi come non mai, beni oggettivi e irrinunciabili, fattori decisivi da cui partire per ricostruire la nostra società”, le parole di Paolo Gradnik, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus. (http://www.bancofarmaceutico.org)