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Blue Monday: tra calcoli matematici e sbalzi di umore
Dopo il black Friday oggi arriva il Blue Monday, questione di luce o di umore?
Dopo il black Friday arriva il Blue Monday, questione di luce o di umore? Che sia una scelta cromatica poco importa, fatto è che moltissimi nel terzo e acquoso lunedì di gennaio si ritrovano a dover fare i conti, di questo si tratta, con un’ennesima giornata particolare attorno alla quale tutto gira, dalle notizie ai calcoli di superstizione. Per i più piccoli questo, a buon diritto, potrebbe essere il giorno di Tristezza, il noto personaggio di Inside Out che rappresenta la seconda emozione nata nella mente della bambina protagonista, Riley, e che ha lo scopo di segnalare il bisogno di quest’ultima di ricevere conforto dalle persone che le vogliono bene. Tra calcoli matematici e fenomeni atmosferici potremmo dunque sostenere che il Blue Monday sia solo una scusa in più per cercare attenzioni e sentirsi un tantino più importanti rispetto a tutti gli altri giorni.
La verità è che l’uomo contemporaneo, ormai del tutto incapace di soffermarsi a riflettere su se stesso e su chi gli gravita attorno, ha bisogno di qualcuno che inventi delle apposite giornate-seminario che lo inducano a pensare determinati aspetti eliminati dal quotidiano a causa della frenetica routine professionale e familiare. Dalla giornata mondiale del sorriso, a quella degli abbracci, dal giorno per la solidarietà alla attesissima data della giornata contro il femminicidio. E ancora: bambini, anziani, cani e gatti, cristiani nel mondo, giornate della memoria e della pace, tutto posto al centro di un calderone che almeno una volta l’anno getta fuori un tema su cui concentrarsi.
Mettendo tutte queste ragioni alla base della giornata odierna si arriva a considerare il “lunedì più nero dell’anno”, Blue Monday, rievocando la canzone dei New Order, come il giorno più triste nell’arco dei 12 mesi e che si celebra tradizionalmente il terzo lunedì di gennaio. A calcolare la data del tanto temuto lunedì è stato nei primi anni 2000, Cliff Arnall, uno psicologo dell’Università di Cardiff, che sulla base di una equazione (che prende in considerazione alcune variabili come il meteo, i sensi di colpa per i soldi spesi per i regali di Natale, il calo di motivazione dopo le Feste e la crescente necessità di darsi da fare) ha calcolato che questo è proprio il giorno più “nero” dell’anno.
Certamente la giornata è sostenuta da diversi aspetti che la rendono non proprio straordinaria: da una parte, infatti c’è il frenetico rientro dalle festività natalizie che ha catapultato tutti noi tra banchi di scuola e scrivanie senza farci pensare troppo a come sarebbe stato il rientro alla vita di sempre. Dall’altra, invece, ci si mette anche il meteo, con nevicate, freddo polare e gelo lungo le strade che rendono il risveglio mattutino sempre più faticoso. La tristezza, tuttavia, è una condizione della mente umana che nasce maggiormente da un’insoddisfazione, lo afferma anche il presidente della Società italiana di psichiatria, Claudio Mencacci, che pur non trovando delle cause scientifiche o matematiche del tutto appropriate a giustificare questa data particolare, esorta tutti a interpretare la ricorrenza in modo diverso e un po’ controcorrente: “Anche la tristezza – spiega il professore – è un’emozione, dunque viviamola come tale e questa giornata, in un certo senso, la ‘rivaluta’”. È giusto, prosegue, “accogliere in noi un ‘arcobaleno’ di emozioni, incluse quelle blue, o tristi, perché così potremo dare un corretto valore a tutte le altre. Insomma, la giornata del Blue Monday potrebbe rappresentare anche un utile invito alla riflessione”. Tuttavia, precisa, è molto diverso parlare di depressione, che è una vera patologia per la cui cura si fa ancora troppo poco.
Alla vigilia di questo più che noto 16 gennaio 2017, in molti hanno sostenuto che quest’anno il Blue Monday potrebbe essere il peggiore di sempre. Perché? Sul terzo lunedì del 2017 gravano infatti le nubi di un anno trascinato dai non pochi timori scatenati dagli ultimi eventi mondiali, dalla Brexit in Gran Bretagna all’elezione di Donald Trump negli Usa, e chiuso con una serie di lutti ‘inattesi’ di star come George Michael e Carrie Fisher. “Oggi – sottolinea a Repubblica la psicoterapeuta Paola Vinciguerra, presidente dell’Associazione europea disturbi da attacchi di panico (Eurodap) – si vive un tale stato di stress che la preoccupazione è immanente: invade qualsiasi area”. Servisse il Blue Monday per essere tristi o maggiormente preoccupati: viviamo ormai in tempi in cui la cronaca nera ha preso il sopravvento e le condizioni di benessere di ciascuno, in Italia innanzitutto, risentono di un cambiamento repentino che ha travolto dapprima le finanze del Paese e poi, in seguito, quei valori essenziali che si sono ormai perduti. Pertanto, blue o black Monday, noi rispondiamo come una nota canzonetta degli anni ’70, “domani è un altro giorno, si vedrà”.