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“Bonus psicologo”, dalla manovra di Governo alla petizione nazionale
Scalda il dibattito pubblico e non sono pochi coloro che, a livello nazionale, si chiedono la ragione per cui il Governo abbia scelto di non sostenere un ambito, quello del sostegno psicologico, particolarmente essenziale in un momento storico come l’attuale, caratterizzato dalle limitazioni dovute alla pandemia. Per questa ragione è stata lanciata una petizione, al momento firmata da 200 mila persone, per richiedere l’inserimento – come avvenuto su tanti altri fronti, dalla mobilità alle terme – dell’agevolazione nell’agenda di governo, proposta per aiutare i cittadini a sostenere le spese legate alla propria salute mentale. Proprio per rispondere alla situazione emergenziale e per andare incontro a tutte le persone che hanno bisogno di un supporto psicologico, dai bambini ai più anziani, in Parlamento è arrivata una proposta per inserire un “bonus psicologo”, anche chiamato “bonus salute mentale”, nella manovra 2022. Tuttavia, nonostante l’aperta richiesta sostenuta da più parti politiche, il governo non ha accettato.
La proposta infatti era caratterizzata dalla richiesta dell’istituzione di un fondo di 50 milioni di euro “per aiutare economicamente le persone che decidono di rivolgersi a uno psicologo, uno psicanalista, uno psichiatra, uno psicoterapeuta”. Adesso invece la richiesta è la seguente: “Chiediamo al governo di prendere davvero in considerazione questa proposta e di inserirla nel primo provvedimento utile per andare incontro a un’esigenza immediata e pressante. Oltre a realizzare un investimento vero e sensato sul capitale umano e sul benessere personale e in comunità delle persone. La proposta prevede due bonus: uno iniziale da 150 euro una tantum slegato dal’Isee. E uno più consistente e progressivo: 1.600 euro annui per Isee da 0 a 1.5000, 800 euro annui per Isee da 15.000 a 50.000 e 400 euro annui per Isee da 50.000 a 90.000.
Diversi studi elaborati dagli ordini regionali degli psicologi dimostrano che a seguito della pandemia, marzo 2020, il malessere è ancora più diffuso e sono incrementati tra i giovanissimi, under 18, i disturbi psicologici. È per questa ragione, e sulla base di dati concreti che l’Ordine nazionale degli psicologi si rivolge al mondo politico ricordando che le risposte pubbliche sono le stesse di due anni fa, nonostante un aumento della richiesta di supporto di circa il 50%, che però può indirizzarsi solo nel privato se il cittadino ne ha la possibilità.
Sulle pagine di questo blog, dall’insorgere della pandemia ad oggi, in molteplici occasioni abbiamo affrontato il tema della salute mentale, soprattutto in relazione ai più giovani e alle famiglie, maggiormente colpite dai provvedimenti governativi giustamente disposti al fine di limitare quanto più possibile la diffusione del contagio a livello nazionale.