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CALDO: Boom di accessi al Pronto Soccorso

Boom di accessi ai Pronto Soccorso

EFFETTO CALDO: BOOM ACCESSO AI PRONTO SOCCORSO ITALIANI
 
Sono aumentati del 10% e del 20% in alcune regioni, come Emilia Romagna e Lazio, gli accessi ai pronto soccorso degli ospedali italiani. Lo ha rilevato la Società Italiana di Medicina d’emergenza e urgenza (SIMEU) che ha monitorato in questo periodo di gran caldo l’aumento dell’affluenza presso i pronto soccorso del Paese. In che modo fronteggiare questa emergenza? Come dovrebbero comportarsi le strutture sanitarie che si trovano anche a fare i conti con la riduzione dei posti letto a causa della chiusura parziale di alcuni reparti per l’estate? Per mutua Basis Assistance ha risposto il dottor Gian Alfonso Cibinel, Presidente Nazionale Simeu, Società Italiana di Medicina di Emergenza-urgenza.

Gian Alfonso Cibinel, Presidente Nazionale Simeu


Dottor Cibinel, in una situazione di emergenza come questa che stiamo vivendo, quale potrebbe essere la soluzione?
“Sicuramente è fondamentale rendere capillare una corretta informazione sulle regole più importanti da osservare in occasione dei picchi estivi di caldo che possono sembrare banali, ma se fossero rispettate con attenzione, risparmierebbero in molti casi disagi anche gravi. Oltre a questo però, è necessario attivare iniziative di supporto sociale e sanitario, sia da parte delle istituzioni che dei servizi sanitari, come già avviene in molte regioni, sia da parte degli stessi cittadini che devono segnalare a istituzioni servizi o associazioni, a chiunque possa intervenire, i casi di persone in difficoltà. Le strutture sanitarie devono poi rispondere garantendo condizioni ambientali adeguate (a partire dall’efficacia degli impianti di condizionamento) in tutte le sedi di cura, partendo proprio dai pronto soccorso, porta d’accesso di tutto l’ospedale.
Infine è necessario assicurare un numero adeguato di posti letto ospedalieri per i pazienti che devono essere ricoverati dai PS. Non si tratta in questo caso di una necessità stagionale, ma di un bisogno strutturale dei sistemi ospedalieri, che si aggrava con l’arrivo del gran caldo. Anche in questo periodo, come nella stagione invernale, si sono verificate situazioni di affollamento dei PS, in parte correlate alla riduzione dei posti letto per chiusura estiva parziale dei reparti. E’ indispensabile che ogni ospedale si doti di piani efficaci per la gestione del sovraffollamento dei pronto soccorso per i periodi di maggiore afflusso, come quelli legati alle esigenze stagionali, per garantire a tutti i pazienti un trattamento decoroso ed efficace”.
 
E’ vero che in alcune regioni si è anche registrato un aumento della mortalità dei soggetti più deboli?
“In alcune regioni, come il Piemonte, si è registrato un aumento di mortalità che riguarda, come sempre in queste situazioni, i pazienti più fragili: anziani pluripatologici, malati cronici allettati e fasce deboli (per povertà e isolamento sociale), ma si tratta di casi limite. Possiamo però dire che in questo periodo estivo l’afflusso al pronto soccorso è aumentato in media circa del 10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in parte per problemi di salute legati alla straordinaria ondata di caldo che ha colpito tutta la penisola”.
Come società italiana di medicina d’emergenza e urgenza avete scritto una lettera al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin…
“Sì, perché per garantire cure efficaci ai pazienti, non solo in questi periodi di maggiore afflusso, ma durante tutto l’anno, la trasformazione più importante deve essere di tipo organizzativo, a livello nazionale. Nel mese di giugno, con la pubblicazione e l’entrata in vigore del Regolamento sugli Standard Ospedalieri, è iniziata una importante revisione e razionalizzazione del sistema, che potrà comportare un significativo miglioramento anche per le strutture di emergenza ospedaliera. Ci sono ancora alcuni punti importanti su cui è necessario intervenire ulteriormente: per cominciare, l’attuale normativa per la selezione dei Primari di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza consente l’accesso ai concorsi anche a medici che non hanno mai svolto attività in pronto soccorso e penalizza professionisti con esperienza ultradecennale nel sistema di emergenza. Questo per quanto riguarda i ruoli apicali e direttivi delle strutture di emergenza, ma la situazione è molto critica anche per il livello di base; dal 2009 i posti assegnati dal Miur (Ministero dell’Università) e i posti aggiuntivi messi a disposizione dalle regioni, hanno coperto mediamente solo un terzo del fabbisogno di specialisti in Medicina di emergenza-urgenza. Per far sì che i nostri pronto soccorso rispondano con maggiore efficacia alle richieste della popolazione è necessario che nelle strutture di emergenza ci sia un sufficiente numero di medici, che questi siano appositamente formati e che abbiamo esperienza quotidiana nella gestione delle emergenze”.
 
Come dovrebbero comportarsi le strutture sanitarie che si trovano anche a fare i conti con la riduzione dei posti letto a causa della chiusura parziale di alcuni reparti per l’estate?
“L’imperativo è garantire l’efficacia delle azioni diagnostico-terapeutiche, insieme alla sicurezza, all’equità e al rispetto della dignità personale; per ottenere questi risultati in periodo di ondate di calore, come durante i periodi di epidemia influenzale, ogni ospedale deve predisporre uno specifico piano di gestione del sovraffollamento e attuarlo per gradi con il coinvolgimento di tutte le strutture ospedaliere. I rischi che corrono i pazienti nei PS affollati sono un problema dell’intero ospedale, non un problema del solo pronto soccorso. Abbiamo presentato anche questo tema nella lettera inviata al Ministro della Salute”.
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