Si ripresenta nella stagione più calda dell’anno oppure nelle regioni del globo terrestre con temperature tropicali, e con la complicità dell’elevata umidità. È questa la malattia di lyme, infezione di origine batterica trasmessa dalle zecche e causata dalla Borrelia. La trasmissione all’essere umano avviene attraverso il morso. La borreliosi di Lyme prende il nome dall’omonima cittadina statunitense in cui, nel 1975, fu registrato il primo caso. Sulla base di quanto riferisce l’Istituto Superiore di Sanità, la malattia di Lyme ad oggi è la più diffusa patologia trasmessa da vettore con diffusione nelle zone geografiche temperate. Il numero di casi segnalati ai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) americani è più che raddoppiato negli ultimi 20 anni e oggi superano circa 450mila episodi ogni anno. Attualmente, seconda solo alla malaria fra le malattie che richiedono un vettore artropode per la diffusione, la borreliosi di Lyme è la malattia trasmessa da zecche più comune negli Stati Uniti, ma è presente anche in Europa, in Cina e Giappone.
Dal punto di vista epidemiologico, tra il 1992 e il 1998 in Italia si sarebbero verificati circa un migliaio di casi. Le Regioni maggiormente interessate sono il Friuli-Venezia Giulia, la Liguria, il Veneto, l’Emilia-Romagna e il Trentino-Alto Adige, mentre nelle Regioni centro meridionali e nelle isole le segnalazioni sono piuttosto rare.
Intanto, proprio a causa della gravità di questa infezione e della sua diffusione, si sta lavorando per immettere sul mercato farmacologico un vaccino che tuteli l’uomo da questo morso. Secondo quanto emerso da un recente studio condotto dagli scienziati della Blekinge University of Technology, nello specifico, si tratterebbe di un vaccino di prevenzione contro la borreliosi di Lyme. Il gruppo di ricerca, guidato da Johan Sanmartin Berglund, ha avviato la prima sperimentazione di un farmaco di prevenzione sviluppato per proteggere l’organismo umano dalla malattia.
I sintomi e la forma più aggressiva. La malattia di lyme si presenta sotto forma di eruzione cutanea ma, dopo pochi giorni può causare dolori muscolari e fastidi alle articolazioni, spossatezza, ingrossamento dei linfonodi, febbre con brividi e mal di testa. Se un paziente è immunodepresso o affetto da altre patologie, il morbo di Lyme si presenta in una forma decisamente più aggressivo. Il 75% dei pazienti dovrà fare i conti con l’eritema un paio di giorni dopo essere stato infettato dalla zecca. In altri casi invece si hanno i sintomi comuni che iniziano ad apparire dopo qualche settimana. Inoltre, se non viene trattata nell’immediato, inizia mesi o anni dopo l’infezione iniziale con l’artrite che si sviluppa nel 60% dei pazienti nell’arco di diversi mesi e fino a due anni dopo.