Se hai combattuto il cancro nell’infanzia hai diritto a un identikit completo della malattia che mette a conoscenza il personale sanitario sulla tua storia clinica anche a distanza di anni. È questo il passaporto del guarito, documento cartaceo ed elettronico, traducibile in lingue diverse che ripercorre la storia della malattia: tipo, caratteristiche cliniche e biologiche del tumore, e i trattamenti ricevuti con relativa pianificazione di un calendario delle azioni di monitoraggio: visite a cui sottoporsi, screening, controlli periodici. Si tratta di un documento che, pur non essendo ancora disponibile in tutti centri oncologici pediatrici, rappresenta un importante tassello nel passaggio dalla pediatria alla medicina degli adulti.
In occasione della Giornata mondiale del cancro infantile, che si celebra annualmente il 15 febbraio, si riaccendono i riflettori sul passaporto del guarito con riferimento diretto ai 45 mila pazienti italiani che da bambini sono riusciti a eliminare la malattia. Più in generale, grazie ai progressi degli ultimi decenni circa l’80% dei malati guarisce: negli ultimi anni si sono raggiunti importanti livelli di cura e di guarigione per le leucemie e i linfomi, ma restano basse le guarigioni per i tumori cerebrali, i neuroblastomi e gli osteosarcomi. Il cancro pediatrico si può manifestare in oltre sessanta forme, tra tipi e sottotipi, ed è una malattia rara: nel nostro paese ogni anno ricevono una diagnosi di malattia oncologica circa 1.500 bambini e 900 adolescenti. Dalle leucemie si guarisce in circa l’80-90% dei casi, mentre per alcuni tumori solidi e cerebrali i tassi di guarigione non superano il 40%.
Tuttavia, così come evidenziato dalla Fondazione AIRC, c’è ancora molta strada da fare per garantire cure efficaci a tutti i pazienti. Si pensi solamente che in Europa annualmente sono 6000, tra bambini e ragazzi, coloro che muoiono a causa di una diagnosi tardiva, perché non c’è una cura, oppure perché è inefficace e superata. L’obiettivo principale della Giornata mondiale è di eliminare il dolore e la sofferenza dei bambini che combattono il cancro e raggiungere almeno il 60% di sopravvivenza per tutti i bambini con diagnosi di cancro in tutto il mondo entro il 2030. Nonostante gli straordinari progressi compiuti dalla ricerca clinica negli ultimi decenni, come sottolineato nella nota stampa congiunta FIAGOP – Childhood Cancer International (CCI), il cancro infantile continua a rappresentare la prima causa di morte correlata ad una malattia non trasmissibile nei bambini dopo il primo anno di vita: ogni tre minuti, nel mondo, un bambino/a o un ragazzo/a muore.