Da oggi la cornea potrà essere riprodotta con materiali sintetici e in 3D. È questa l’ultima frontiera dell’oculistica che prestandosi alla bioingegneria darà la possibilità a tutti coloro che soffrono di cecità, e più precisamente di disturbi della cornea, di poter godere almeno di una speranza in più e senza dover contare, come fino ad oggi, su un donatore umano. Stando agli ultimi dati dell’Oms nel mondo ci sono complessivamente 285 milioni di persone affette da deficit visivo, di cui 40 milioni di ciechi e 245 milioni di ipovedenti. Nei Paesi in via di sviluppo, a causa del forte tasso demografico, il problema si presenta sotto forma più grave: si stima che infatti vi vivano il 90% del totale dei ciechi ed ipovedenti. In questi casi tuttavia alla base del deficit ci sono i vizi di refrazione non corretti (43%) e la cataratta (33%). L’80% dei casi di cecità e ipovisione inoltre è dovuto a cause che possono essere prevenute, si tratta quindi di cecità evitabile. La scienza, come ci dimostra questa nuova scoperta che arriva da Bangalore, ha fatto notevoli passi in avanti tanto che il numero di persone con deficit visivo dovuto a patologie infettive è andato progressivamente riducendosi negli ultimi vent’anni; in Italia il numero totale di ciechi è di 129.127.
La nuova frontiera dell’oculistica è stata presentata dalla Pandorum Technologies Pvt. società di biotecnologia con sede a Bangalore, che ha utilizzato il tessuto cornea 3D bioprintato per consentire una guarigione senza cicatrici delle ferite negli occhi. Perché Bangalore? Solo in India, ci sono oltre un milione di persone che soffrono di una perdita bilaterale della vista a causa di disturbi della cornea, e almeno qualche volta di più dalla cecità corneale unilaterale. “Stiamo lavorando – ha detto il dottor Tuhin Bhowmick, co-fondatore di Pandorum con un Ph .D. dall’Indian Institute of Science – per colmare questa lacuna utilizzando un approccio di bioingegneria attraverso lo sviluppo di una piattaforma in base al palcoscenico, che alla fine mira a liberarci dalle dipendenze dalla cornea dei donatori umani”.
La società, fondata nel 2011 ha creato in collaborazione con l’indiano LV Prasad Eye Institute, un inchiostro corneale bio-ispired denominato “Liquid Cornea”, un pezzo di tessuto corneale a forma di disco che può anche essere fabbricato con materiali sintetici. Questo può essere impiantato dentro o sopra l’occhio umano per trattare il danno visivo a causa di difetto corneale. “I disturbi della cornea sono una delle principali cause di cecità in tutto il mondo”, ha continuato Bhowmick. “Sebbene la sostituzione chirurgica del tessuto opaco con un allotrapianto corneale chiaro sia di solito efficace nel migliorare la vista, vi è una carenza acuta di cornee umane cadaveriche disponibili per il trapianto. Essere in grado di bioingegnerizzare tessuti critici come la cornea umana è una pietra miliare significativa “.
Inoltre, l’Università di Sydney Save Sight Institute e l’Università di Wollongong (Uow) hanno sviluppato una biopen corneale 3D che funge da stampante 3D coassiale palmare, estrudendo bioinchiostro direttamente nell’occhio per aiutare la rigenerazione delle cellule sulle ulcere corneali. Questa penna crea anche una barriera biologica contro il danno corneale in corso causato da infezioni. Ad oggi, sono in corso studi pre-clinici che coinvolgono modelli di ferita corneale nei conigli e il team si sta preparando per gli studi pilota sull’uomo nel 2020.