Negli ultimi tempi le profonde trasformazioni sociali hanno portato ad un aumento della patologia psichiatrica, all’abbassamento dell’età di comparsa dei disturbi in età evolutiva e all’incremento dei ricoveri per condotte distruttive (disturbi alimentari, tentativi di suicidio, “cutters”, eccetera). Tali mutamenti spingono a cercare sempre nuovi modi di prevenire e curare, a trovare nuovi alleati in questo panorama complesso, sconfinando anche nei campi della cultura e dell’arte. Da questa ricerca multidisciplinare è nato un percorso teatrale con il desiderio di trovare una strada per alleviare la crisi della malattia e l’isolamento dell’ospedale. Tre spettacoli che restituiscono per intero la dedizione profusa da decine di operatori sanitari all’insegna di una prospettiva di speranza, senza rinunciare ad una buona dose di umorismo, leggerezza e ironia.
In occasione della prossima 32esiema edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino in corso fino ad oggi, e’ stato presentato il libro “Chissà com’è quando sorride”, scritto dal regista teatrale Emilio Locurcio che contiene le versioni originarie dei tre testi teatrali nati dall’incontro della realta’ teatrale torinese e gli operatori del suddetto reparto, rappresentato nelle sue diverse professionalità. Con la pubblicazione di questo libro si mette a disposizione di tutti un materiale drammaturgico utile a chi sentisse il bisogno di ispirarsi o promuovere progetti simili in realtà analoghe. Il filo sottile che lega questo percorso teatrale – si legge nella nota – consiste nel difficile tentativo da parte degli operatori di rappresentare, dare forma, mettere in parole una sofferenza che spesso i pazienti e le loro famiglie non raccontano. Più spesso, una sofferenza che viene nascosta, rifiutata e non si sa o non si può descrivere.