Al via la riforma del Pronto Soccorso contenuta nell’accordo Stato-Regioni che delinea: le linee di indirizzo nazionali sul triage intraospedaliero, l’osservazione breve intensiva (Obi) e la gestione del sovraffollamento in Pronto Soccorso. Il fine è quello di ridurre i ricoveri inappropriati, i tempi d’attesa e ad aumentare la sicurezza delle dimissioni.
Tra le novità quella dell’introduzione dei codici (1,2,3,4 e 5) associate ai colori (rosso, giallo, verde e bianco). Per ciascuno dei 5 codici sono stati inoltre definiti i tempi massimi di attesa:
- Codice 1 (rosso) Emergenza, ingresso immediato.
- Codice 2 (arancione) Urgenza, attesa massima 15 minuti.
- Codice 3 (azzurro) Urgenza differibile, attesa 60 minuti.
- Codice 4 (verde) Urgenza minore 120 minuti.
- Codice 5 (bianco) non urgenza 240 minuti.
“La nuova codifica – si legge nella nota del Ministero della Salute – consente di focalizzare l’attenzione sulle condizioni cliniche che rientrano nell’ambito dell’urgenza differibile, individuando l’ambito delle patologie da definire come urgenza minore. L’implementazione della nuova codifica dovrà avvenire progressivamente, entro 18 mesi dalla pubblicazione del documento”.
Secondo il documento il nuovo iter in Pronto Soccorso “Inizia con l’ingresso della persona da assistere, la sua accoglienza, la valutazione di triage, la sua presa in carico e la gestione dell’eventuale attesa; continua con le successive fasi di visita medica ed inizio del percorso diagnostico terapeutico di pronto soccorso, fino a uno dei possibili esiti: destinazione in Obi (Osservazione breve intensiva) ricovero in reparto, trasferimento in una struttura per acuti, dimissioni con affidamento in strutture territoriali”.
Per quanto concerne le linee guida sull’Osservazione breve intensiva (OBI) “l’ammissione dei pazienti in O.B.I., laddove appropriata, deve avvenire entro un tempo massimo di 6 ore dalla presa in carico e la permanenza non deve superare le 36 ore dalla presa in carico al triage”. In generale nel documento si definiscono le azioni che possono essere introdotte per ridurre il fenomeno e che “richiedono un’azione integrata con la rete dei servizi territoriali sanitari e sociali presenti a livello locale”.
Le nuove linee guida puntano anche a migliorare la gestione dei conflitti che possono nascere nei pronto soccorso tra operatori e i familiari dei pazienti. “La presenza di un referente per la gestione dei conflitti con utenti in attesa può contribuire a migliorare la fase della comunicazione delle informazioni relative alla gestione dell’evento; ad esso si può fare riferimento per questioni relazionali che non riescono a trovare ristoro nella relazione con gli infermieri di triage – evidenzia il documento – Analogamente, la figura dell’assistente di sala attesa, da reperire nell’ambito delle associazioni di volontariato accreditate a livello nazionale o regionale, può svolgere il ruolo di mediatore delle relazioni tra il personale sanitario ed i cittadini”.
Nel conclusioni il documento rimarca che il “triage è l’inizio del percorso in pronto soccorso e ha due obiettivi: individuare le priorità di accesso alle cure; indirizzare il paziente all’approccio percorso diagnostico-terapeutico”. Inoltre si ribadisce che “il triage in pronto soccorso è una funzione infermieristica, svolta da personale con appropriate competenze e attuata sulla base di linee guida e protocolli in continuo aggiornamento”.
Il Ministro della Salute Giulia Grillo esprime soddisfazione sul proprio profilo FB: “È un altro intervento che rende il mondo della salute più trasparente e vicino ai cittadini. Perché, non dobbiamo mai dimenticarlo, in Italia abbiamo il migliore sistema sanitario del mondo, anche se gli avvenimenti spiacevoli fanno più notizia e troppe volte si parla – sbagliando – in termini negativi di questo settore”.