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Consapevolezza ricostruzione mammaria: “Resilienza”, il contest fotografico delle donne colpite da tumore al seno.
Sabato 20 ottobre e domenica 21 ottobre presso il Palazzo Ferrajoli in piazza Colonna a Roma sarà allestita una mostra fotografia con gli scatti realizzati dalle pazienti, e dai loro familiari, colpite da tumore al seno.
Il contest fotografico ‘Resilienza’ è stato organizzato da Obiettivo Fotografico per Babc Italia.
Al concorso hanno aderito oltre 200 donne e mercoledì scorso (17 ottobre n.d.r) alla Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs di Roma l’associazione ha svelato le tre vincitrici del contest fotografico sul cancro al seno.
Secondo i dati diffusi da Beautiful After Breast Cancer (Babc) Italia Onlus in occasione del Bra-day la Giornata internazionale della consapevolezza sulla ricostruzione mammaria che si è celebrata lo scorso 17 ottobre in 10 Paesi del mondo, in 8 casi su 10 il tumore della mammella viene trattato con interventi conservativi, ma solo a poco meno di 5 donne su 10 (il 47%) a cui viene effettuata una mastectomia viene ricostruito immediatamente il seno.
Più della metà di quelle che vengono sottoposte all’intervento, dunque, rinuncia alla ricostruzione oppure si sottopone a più complessi interventi successivi, procrastinando nel tempo il recupero della propria immagine corporea e del proprio benessere.
La differenza è anche dal punto di vista geografico: si va da picchi del 90% di ricostruzioni in contemporanea nei grandi centri dotati di Breast-Unit ospedaliere (soprattutto nel Nord e nel Centro Italia), a tassi inferiori al 30% e prossimi allo zero nei nosocomi periferici, in particolare nel Sud.
“Seppure la condizione sia migliorata rispetto al passato (sei anni fa la ricostruzione immediata era riservata a solo tre donne su dieci) – si legge nella nota di Babc – a tutte le donne dovrebbe essere data la possibilità di riavere il proprio seno rapidamente e nel miglior modo possibile”,
Health online, il periodico di informazione sulla sanità Integrativa del gruppo Health Italia S.P.A, a maggio scorso ha intervistato la dottoressa Simonetta Monti, chirurgo senologo, Assistente Senior presso la Divisione di senologia IEO (Istituto Europeo di Senologia) di Milano e Specialist Breast Surgeon al Medcare Women & Children Hospital di Dubai, la quale ha spiegato qual è l’approccio chirurgico per i tumori in fase iniziale e per quelli in fase avanzata e quali sono le tecniche chirurgiche utilizzate.
Alla domanda “Per i tumori in fase avanzata, o nel caso di tumori multicentrici o multifocali, ovvero tumori che interessano più settori della mammella nei quali non sia possibile salvare la mammella, o che prevedono l’ampia asportazione di settori di mammella, può essere già programmato anche l’intervento di ricostruzione? Quali sono le nuove tecniche chirurgiche?”
La dottoressa Monti ha risposto: “Quando le dimensioni del tumore o della mammella sono tali da dover prendere in considerazione un’ampia demolizione della mammella o nel caso di lesioni mammarie pluricentriche, la chirurgia oncoplastica ci permette di poter effettuare rimodellamenti della ghiandola mammaria, mantenendo forma e dimensione della mammella e nel rispetto della radicalità oncologica, ovvero la rimozione completa del tumore mammario con margini di resezione adeguati.
Nel caso invece in cui non sia fattibile una chirurgia di tipo conservativa e sia invece necessaria la rimozione della ghiandola mammaria in toto, si opera con la tecnica della Mastectomia conservativa, attraverso la quale si procede con la rimozione dell’intera ghiandola mammaria, con conservazione della cute e del complesso areola-capezzolo e l’inserimento contestuale di una protesi mammaria, evitando traumi legati alla perdita della propria immagine corporea e della femminilità.
Per i tumori in fase avanzata (tumori di grandi dimensioni con interessamento dei linfonodi ascellari al momento della diagnosi, o con caratteristiche biologiche di particolare aggressività), prima dell’intervento chirurgico si procede con un trattamento medico pre-operatorio, neoadiuvante, che può essere una chemioterapia associata ad una terapia biologica o terapia ormonale, a seconda delle caratteristiche del tumore, in grado di controllare la malattia e ridurre le dimensioni del tumore per poter poi eseguire una chirurgia di tipo conservativo”.
Intervista completa