Nel corso del tempo e in modo specifico in questi due anni di pandemia i 1800 consultori attivi sul territorio nazionale dal 1975 hanno saputo mantenersi al passo con i cambiamenti socioculturali del Paese rispondendo a esigenze prioritarie e rappresentando un sostegno per i nuclei familiari che si sono rivolti a questo servizio. È quando emerge dal rapporto sull’Indagine nazionale sui consultori familiari 2018-2019 e costituito da due volumi in cui si descrivono i risultati generali e una lettura rapportata ai diversi sistemi sanitari regionali in un’ottica di benchmarking.
Prevenzione oncologica, vita sessuale e riproduttiva della donna, come la fertilità, patologie come l’endometriosi, la menopausa. Sono queste le tematiche maggiormente trattate all’interno della rete e dai professionisti formati che quotidianamente incontrano donne di tutte le età affrontando questioni legate primariamente alla salute della donna. Problematiche legate alla prevenzione oncologica, fertilità, endometriosi, menopausa, benché diverse, rappresentano infatti fasi critiche o di transizione che è possibile tramutare in opportunità per promuovere salute e prevenire eventi avversi e possono trovare ascolto e accoglienza nei consultori grazie alla multidisciplinarietà delle équipe, all’approccio olistico alla salute, all’integrazione con gli altri servizi sociosanitari e alla modalità dell’offerta attiva.
“I Consultori familiari – ha commentato il Ministro della Salute Roberto Speranza presentando i risultati dello studio – sono un presidio essenziale di prevenzione, assistenza e supporto per la salute di tutti e in modo particolare delle donne. Nel rapporto pubblicato oggi e realizzato con l’Istituto Superiore di Sanità emerge tutta la loro importanza, ma anche la necessità di rafforzarne la presenza sul territorio. Per questo abbiamo individuato i consultori come un asse strategico di investimento del Programma Nazionale Equità nella Salute. È un primo passo che porterà nuove risorse soprattutto nelle aree più deboli. Dobbiamo dare più forza a tutta le rete dei nostri consultori”.
In modo specifico, il 69,3% dei Consultori familiari fa sapere di offrire attività a sostegno della fertilità e assistenza alle problematiche della infertilità e il 67% di prendere in carico le donne/coppie con problemi di infertilità o di disporre di un protocollo per il loro invio a strutture specializzate. Nell’ambito del percorso nascita, su 1210 consultori che offrono attività di counselling preconcezionale, l’87% offre informazioni su come preservare la fertilità e il 17% dispone di atti formali di collaborazione (delibere, protocolli) con i centri per la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). In relazione all’endometriosi, una delle problematiche ginecologiche maggiormente trattate nel corso dell’anno, la donna che si rivolge a questo servizio è aiutata nell’identificazione della condizione, nell’azione di anticipare la diagnosi grazie all’adesione a percorsi appropriati e indicati dagli operatori. Dall’indagine è emerso che un Consultorio su due effettua la presa in carico e/o dispone di un percorso assistenziale integrato per il dolore pelvico cronico e l’endometriosi e il 75% dei 1210 consultori che hanno riferito di offrire il counselling preconcezionale offrono informazioni sull’endometriosi. Questi dati confermano un possibile ruolo di questi servizi territoriali nel facilitare il riconoscimento precoce della patologia e nell’indirizzare le donne affette da forme moderate o gravi ai servizi specialistici, attraverso un percorso diagnostico-terapeutico integrato.