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Continuerà a danzare in eterno. Addio a Carla Fracci, l’étoile italiana che ha portato la danza nel mondo
Difendo la danza. Il mondo della danza è in lutto, il mondo dell’arte è orfano. Dopo la prematura scomparsa del maestro della canzone italiana Franco Battiato, in questo anno orribile per le arti, l’Italia perde un’altra grande artista, Carla Fracci. Icona del grand rond de jambe, mito reale, étoile della Scala di Milano ed altissimo esempio di leggiadria ed eleganza, la ballerina di danza classica più famosa al mondo è venuta a mancare all’età di 84 anni dopo aver lottato contro un brutto male.
“Carla Fracci ha onorato, con la sua eleganza e il suo impegno artistico, frutto di intenso lavoro, il nostro Paese. Esprimo le più sentite condoglianze ai familiari e al mondo della danza, che perde oggi un prezioso e indimenticabile riferimento”, il commento del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Commozione espressa anche dal Teatro alla Scala di Milano, che nel messaggio di cordoglio scrive: “il teatro, la città, la danza, perdono una figura storica, leggendaria, che ha lasciato un segno fortissimo nella nostra identità e ha dato un contributo fondamentale al prestigio della cultura italiana nel mondo”. Il sovrintendente Dominque Meyer ha commentato che “con Maria Taglioni, Carla Fracci è stata la personalità più importante della storia della danza alla Scala. Cresciuta all’Accademia, ha legato intimamente il suo nome alla storia di questo Teatro. Nei mesi scorsi ho avuto il piacere di accoglierla diverse volte alla Scala dove veniva spesso e a gennaio siamo stati felicissimi di riaverla a trasmettere la sua esperienza alle giovani interpreti dell’ultima ‘Giselle’, che è stata per tutti un momento indimenticabile. La penseremo sempre con affetto e gratitudine, ricordando il sorriso degli ultimi giorni passati insieme, in cui si sentiva tornata a casa”.
Il direttore del Corpo di Ballo, Manuel Legris ha invece affermato che “ci lascia stupiti, in punta di piedi come ‘Giselle’, spirito che resta con noi, riempie le sale ballo, il palcoscenico e i nostri cuori, come la sua energia mai sopita, che ci ha catturato e affascinato quando è tornata a riabbracciare il Teatro e i suoi artisti. Un grande vuoto che, allo stesso tempo, ci fa sentire ricolmi e ricchi di tutta la sua storia, che è la storia del balletto, privilegiati per aver condiviso la sua arte che è vita, leggendario modello e fonte di ispirazione di tutte le generazioni di ballerine”.
Mirabile interprete di ruoli femminili di tutto rilievo come Giselle, La Sylphide, Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini e Medea, Carla Fracci ha esportato l’arte italiana nel mondo danzando sui principali palcoscenici teatrali internazionali. “Giselle – aveva detto in una delle ultime interviste rilasciate a La Stampa – fa parte del mio bagaglio più intimo. L’ho danzata credo in tutte le parti del mondo, dal Giappone al Sudafrica e anche nel cortile del castello del Valentino a Torino”.
Per lei, il piccolo schermo televisivo e l’infinita dimensione della Rete sono dei grandi alleati delle arti, che non andrebbero ignorati. Tuttavia – aveva precisato nella stessa intervista – è sempre molto importante valutare al tipo di danza da portare in tv. “Perché la danza continui a vivere e non sia solo memoria – le sue parole – lo Stato deve sostenere iniziative legate alla danza professionale. È un momento in cui occorre rimboccarsi le maniche e rimettersi a lavorare, c’è una specie di abbandono. E non solo per la tragedia del Covid. La danza è un tesoro da conservare con grande affetto“.