Le mascherine sono introvabili. Un unico appello dall’Italia a cui hanno risposto negli ultimi giorni diversi Paesi esteri, per primi Cina e Russia, e non pochi privati italiani che, abbandonata la produzione di propria competenza, hanno dato avvio a una vera e propria filiera di questi dispositivi di protezione individuale particolarmente richiesti in ambito ospedaliero e necessari a tutti quei lavoratori che non possono operare rispettando la distanza interpersonale indicata di un metro. È notizia di queste ore l’arrivo all’aeroporto di Pratica di Mare dei primi due aerei provenienti dalla Russia e carichi di mascherine, ventilatori polmonari, tute protettive. A darne comunicazione sui suoi social è il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Non ci fermeremo – scrive – fino a quando i nostri cittadini non saranno al sicuro. Dimostreremo di essere anche più forti di questo virus. Non siamo soli”.
Tra i privati che hanno preso parte a questa catena solidale, c’è Fabio Franceschi il patron di Grafica Veneta, l’azienda nota per aver stampato nel mondo Harry Potter. Franceschi ha riconvertito una rotativa per produrre e regalare due milioni di mascherine alla Regione. Tra gli altri compare anche il dottor Gianfranco Rosi al quale si deve una delle intuizioni più applaudite pur risultando alquanto “domestiche”. “Gli assorbenti utilizzati dalle donne – ci conferma l’Angiologo – possono rappresentare un’ottima risposta alla mancanza di mascherine. In questi giorni in molti stanno rispondendo all’appello dell’Italia ma nel frattempo c’è chi si è dato da fare ingegnandosi in diversi modi e maniere”. In relazione agli assorbenti, invece: “sono lavorati – prosegue Rosi – con un materiale impermeabile, sono versatili e si trovano ovunque. Una volta recuperata questa alternativa che risponde al nostro bisogno, è bene pensare a come completare il nostro dispositivo di protezione dotandoci di comuni elastici. In questo modo avremo la nostra mascherina”.
“L’idea- prosegue Rosi – è tra le più comuni: dobbiamo pensare sempre al peggio e magari ritenere che nel prossimo futuro le mascherine potrebbero venire a mancare o comunque non essere sufficienti per tutti. Proprio per questa ragione un’alternativa pensata in casa potrebbe essere un valido supporto”.
Come fronteggiare l’emergenza Coronavirus senza mascherine? Una domanda a cui ha risposto anche la giornalista Mediaset Barbara Palombelli che, ago e filo alla mano, ha fornito ai telespettatori veri e propri tutorial su come realizzare la propria “protezione”. Il primo metodo – semplice ed economico – prevede l’utilizzo di un foglio di carta forno. Essendo un materiale idrorepellente, può essere piegato a fisarmonica e fissato con degli elastici dietro la testa. Nel secondo tutorial, invece, si applica la pellicola per alimenti su un foulard da legare sempre dietro la nuca. “Ogni volta che usiamo queste protezioni – ha spiegato la conduttrice di Stasera Italia – è necessario gettarle subito dopo averle utilizzate, ricordandoci sempre di lavare le mani prima e dopo averle indossate”.
Tuttavia, tutorial fai-da-te a parte e intuizioni che lasciano pensare, è importante ricordare quanto previsto da una circolare diffusa dal Ministero della Salute secondo cui le mascherine in tessuto non tessuto, per essere utilizzate come dispositivi medici, devono avere le seguenti caratteristiche: corrispondere contemporaneamente alle norme UNI EN ISO 14683, UNI EN ISO 10993 ed essere prodotte da imprese che abbiano un Sistema di qualità.