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Covid-19: i nuovi colori delle regioni e il taglio delle forniture da AstraZeneca
Passaggio da giallo ad arancione per Emilia Romagna, Campania e Molise. Questo è quanto prevede la nuova ordinanza firmata dal Ministro della Salute Roberto Speranza pubblicata in Gazzetta Ufficiale sabato 20 febbraio 2021 ed in vigore da ieri domenica 21 febbraio, per contenere la diffusione delle varianti del virus Sars-CoV2.
In queste tre regioni, come in tutte quelle arancioni, non ci si potrà spostare al di fuori dal proprio comune (tranne particolari esigenze e con l’autocertificazione) mentre ristoranti, bar, trattorie, pizzerie, gelaterie e pasticcerie dovranno restare chiusi salvo per asporto e consegna a domicilio: vietato consumare cibi e bevande all’interno. Supermercati e negozi al dettaglio di generi alimentari, librerie, cartolerie, tabacchi, ferramenta, negozi di abbigliamento per adulti e bambini, di informatica, articoli per la casa, l’igiene e il giardinaggio sono aperti sia in zona gialla che arancione. Aperti anche saloni di parrucchiere, barbiere e centri estetici.
Complessivamente, quindi, la ripartizione delle Regioni e Province Autonome nelle aree gialla, arancione e rossa, a partire da ieri è la seguente:
- area gialla: Calabria, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta, Veneto
- area arancione: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Molise, Toscana, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Umbria.
- area rossa: nessuna Regione.
Oggi si riunisce il Cdm presieduto dal presidente del consiglio Mario Draghi proprio per discutere delle restrizioni anti-Covid. Una delle prime decisioni che dovrà prendere il governo sarà quella sullo stop della mobilità tra Regioni col decreto che scade il 25 febbraio: l’intenzione, visti i dati, è quella di prorogare il blocco almeno fino la 5 marzo quando scade il dpcm attuale che norma le misure anti Covid.
Dal fronte vaccini AstraZeneca ha annunciato il taglio del 10,6% delle dosi alle Regioni italiane. Secondo quanto riportato dall’agenzia stampa Agi, rispetto alle 566 mila dosi previste per questa settimana, ne sono state consegnate 506 mila, ossia 60 mila in meno.
Sui tagli alle consegne AstraZeneca, tramite una nota, ha fatto sapere che “i processi di produzione dei prodotti biologici come questo vaccino sono complessi, e una moltitudine di fattori produttivi e di test di qualità che vengono minuziosamente fatti su ogni lotto possono avere un impatto sulla data, frequenza e numero di dosi di ogni consegna. Per questo motivo la consegna effettuata ieri è risultata inferiore di circa il 7% rispetto alle previsioni, ma allo stesso modo le consegne della settimana precedente erano leggermente superiori al previsto”. Per quanto riguarda gli impegni presi per le consegne “stiamo lavorando per rispettare l’impegno di consegnare all’Italia 4,2 milioni di dosi nel primo trimestre, con l’obiettivo di superare i 5 milioni – si legge nella nota – Con la terza consegna che è stata effettuata ieri, siamo contenti di aver fatto arrivare già più di 1 milione di dosi. Per le prossime settimane sono pianificate altre tre consegne per 1 milione di dosi addizionali e successivamente altre consegne per raggiungere alla fine del mese di marzo il totale previsto per il primo trimestre”.
“Purtroppo lavoriamo senza nessuna riserva che ci possa dare margine per gestire la normale variabilità del processo produttivo dato che ogni dose prodotta viene immediatamente resa disponibile” specifica la nota. “Siamo in costante contatto con il commissario Arcuri al fine di tenerlo aggiornato tempestivamente. A questo proposito precisiamo di aver presentato un esposto al Nas (Nucleo Antisofisticazioni e Sanità) dei Carabinieri al fine di denunciare ogni tentativo di assicurare forniture al di fuori dei canali governativi ufficiali, e di aver prontamente informato di tale esposto tutte le Autorità competenti”.
Intanto, per fronteggiare il ritardo della fornitura di dosi di vaccino e garantire l’inizio della vaccinazione, la Repubblica di San Marino ha acquistato il vaccino russo Sputnik – è l’unico paese europeo oltre all’Ungheria – nonostante il siero non abbia ancora ricevuto il via libera dell’Agenzia Europea per i medicinali (EMA), ma autorizzato in 30 Paesi del mondo.