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Covid-19: il governo verso la proroga dello stato di emergenza, cosa significa?

Lo stato di emergenza in Italia è stato varato il 31 gennaio, data che ha anticipato i primi casi di contagio da Covid-19 registrati nel nostro Paese, con scadenza al 31 luglio. Alla vigilia della scadenza, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha fatto sapere che “lo stato di emergenza serve per tenere sotto controllo il virus”, anticipando così un’ipotesi di proroga prima al 31 dicembre e poi al 31 ottobre. ”Non c’è dubbio – ha detto – che questioni del genere devono essere portate all’attenzione del Parlamento come è sempre stato fatto da me. Non ho detto che il governo ha deciso di prorogare lo stato di emergenza. Ho detto che è un tema che dobbiamo affrontare. Ho semplicemente anticipato quella che potrebbe essere una proposta che valuteremo tutti insieme. Ho voluto anche chiarire che questa proposta non significherebbe che noi riteniamo che la curva epidemiologica ci sta sfuggendo dal controllo. Semplicemente significherebbe che verrebbe prorogato lo stato di emergenza che implicherebbe quelle minime misure che stiamo già adottando. E ovviamente questo ci consentirebbe di continuare a monitorare la curva epidemiologica e a intervenire se necessario”. La proroga potrebbe diventare effettiva in occasione della scadenza del Dpcm prevista per il 14 luglio che contiene, tra l’altro, le modalità d’ingresso in Italia e la sospensione delle crociere. A questa si aggiunge anche l’ordinanza del Ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha stabilito il divieto d’ingresso in Italia per chi proviene da 13 paesi: Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù e Repubblica Dominicana. Decisione presa sulla base della situazione mondiale che, come ha affermato il ministro Speranza, “è il momento peggiore dall’inizio della pandemia, motivo per il quale dobbiamo alzare il livello di attenzione e avere particolare riguardo ai nostri confini. L’Italia in questi mesi ha fatto un grande lavoro che ha consentito di piegare la curva epidemica e non possiamo vanificare il lavoro svolto con ingressi che possono metterci in difficoltà”

Cosa si intende per stato di emergenza?

È lo strumento istituito dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e regolato dalla legge n.225 del 1992, attraverso il quale è possibile intervenire tempestivamente in situazioni di emergenza, come in questo caso, senza passare per l’approvazione delle Camere, con l’emanazione dei decreti ministeriali, i Dpcm. È un’azione necessaria e fondamentale per gestire un’epidemia, specialmente in vista di un possibile peggioramento della situazione in autunno.

Il premier Conte ha spiegato che la proroga dello stato di emergenza non significa che il virus non sia sotto controllo, ma che sono necessari comunque strumenti speciali per poter intervenire tempestivamente: per chiudere le scuole, ad esempio, ma anche per decisioni a livello locale, come la dichiarazione di “zone rosse” in occasione di focolai di contagio particolarmente preoccupanti.

L’obiettivo è quello di evitare una nuova diffusione del virus monitorando il numero dei contagi, che negli ultimi giorni sono tornati a salire, e un numero di focolai in diverse zone d’Italia e l’Rt sopra l’1 in cinque Regioni. “Sebbene le misure di lockdown in Italia abbiano permesso un controllo efficace dell’infezione da SARS-CoV-2, persiste una trasmissione diffusa del virus che, quando si verificano condizioni favorevoli, provoca focolai anche di dimensioni rilevanti”. Questo quanto riportato dal Monitoraggio settimanale del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità. “In quasi tutte le Regioni e province autonome sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione nella settimana di monitoraggio dal 29 giugno al 5 luglio, con casi in aumento rispetto alla precedente settimana di monitoraggio in alcune zone”. “Complessivamente il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da SARS-CoV-2 in Italia rimane a bassa criticità con una incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni (periodo 22/6-5/7) di 4.3 per 100 000 abitanti (in lieve diminuzione)”. “A livello nazionale, si osserva una lieve diminuzione nel numero di nuovi casi diagnosticati e notificati al sistema integrato di sorveglianza coordinato dall’Iss rispetto alla settimana di monitoraggio precedente, con Rt nazionale 1, sebbene lo superi nel suo intervallo di confidenza maggiore”.

Sono 5 le Regioni con un indice Rt superiore a 1. Si tratta dell’Emilia Romagna (1,2), che ha lo stesso valore del Veneto. Segue la Toscana con 1,12 il Lazio con 1,07 e il Piemonte con 1,06. La Lombardia e’ a 0.92.

In diverse diverse regioni l’indice di contagio ha superato quota 1 a causa di “alcuni focolai di rilevanza più o meno grave per l’importazione di infezioni dall’ estero – ha spiegato Gianni Rezza, direttore per la prevenzione del Ministero della Salute, riferendosi ai nuovi dati del monitoraggio – Serve rafforzare le misure di distanziamento sociale sapendo che l’Ssn sa identificare questi focolai e contenerli”.

Il nuovo Coronavirus purtroppo è ancora in circolazione e la confermano sia i dati dell’ultimo monitoraggio del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità, che chi, sin dall’inizio della pandemia, è impegnato in prima linea nel combattere il virus. È diventato virale lo sfogo su Facebook di un infermiere dell’ospedale di Cremona, una delle province più colpite dall’emergenza Covid-19. “Ci risiamo – ha scritto – In reparto abbiamo ricominciato a ricoverare pazienti Covid con gravi insufficienze respiratorie. Per ora la cosa è limitata, non come a febbraio o marzo o l’inizio di aprile. Ma il coronavirus non si è dimenticato di fare il suo lavoro, e da bravo virus fa quello che deve: infetta nuovi ospiti per sopravvivere. Niente di più e niente di meno. Noi esseri umani, invece, dall’alto della nostra intelligenza ed evoluzione tecnologica e scientifica, facciamo finta che non esista”. Al post è seguita prima la smentita da parte dell’ufficio stampa dell’ospedale secondo il quale “non c’è nessun allarme Covid-19. Da quattro giorni non si segnalano più ricoveri né persone in terapia intensiva. Luca Alini (nome dell’autore del post n.d.r.) ha scritto il post l’8 luglio scorso, giovedì sera, quando c’erano due ricoverati in pneumologia. Questi i numeri ” e poi la rimozione del post da parte dell’autore.

Smentite o no, una cosa è certa: il virus non è scomparso e per non permettergli di diffondersi in modo considerevole dobbiamo continuare a seguire tutte quelle misure di prevenzione che sono state determinanti in questo periodo. Al momento non resta che attendere quale sarà il destino dello stato di emergenza, ovvero se ci sarà una proroga fino a ottobre o fino a dicembre.

 

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