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Covid-19, il punto: contagi tra i giovani, chiusura delle attività del ballo e tracciamento dei rientri dall’estero
Il nuovo coronavirus non va in vacanza. Secondo il bollettino dell’Oms dall’inizio dell’epidemia al 16 agosto ci sono stati 21,2 milioni di casi confermati, con 761mila morti. Rispetto agli inizi, la pandemia di Covid-19 nel mondo è entrata in una nuova fase in cui è spinta da contagi nei giovani sotto i 40 anni e con un maggior rischio per le fasce più vulnerabili.
“L’epidemia sta cambiando – ha affermato Takeshi Kasai, direttore dell’ufficio del Pacifico Occidentale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) – e le persone di 20, 30, 40 anni stanno sempre di più pilotando la diffusione. Molti non sanno di essere infetti e ciò aumenta il rischio di contagio dei più vulnerabili”. L’osservazione sull’età dei contagiati vale anche per l’Italia, come conferma l’ultimo report dell’Iss, riferito alla settimana fino all’11 agosto, che ha registrato un’età mediana dei nuovi casi intorno a 34 anni. “I numeri del contagio in Italia, anche se tra i più bassi in Europa, sono in crescita. Non possiamo vanificare i sacrifici fatti nei mesi passati. La nostra priorità deve essere riaprire le scuole a settembre in piena sicurezza”. Le parole del Ministro della Salute Roberto Speranza dopo la firma dell’ultima ordinanza che prevede, dal 17 agosto al 7 settembre su tutto il territorio nazionale, la sospensione delle attività del ballo, all’aperto e al chiuso, che abbiano luogo in discoteche e in ogni altro spazio aperto al pubblico; e l’obbligo di mascherina anche all’aperto dalle 18 alle 6 nei luoghi dove c’è rischio di assembramento. Una decisione presa a fronte dei episodi di mancato rispetto delle norme anti contagio riscontrate nelle ultime settimane. Sale vuote e luci spente nei locali notturni che vede la delusione dei giovani ( e la contrarietà degli operatori del settore) in questi ultimi colpi di coda di un’estate particolare. Il Ministro Speranza invita i giovani a tenere sotto controllo la diffusione del virus: “non possiamo sbagliare – dice – a un mese dall’apertura delle scuole”.
“Le discoteche – spiega Walter Ricciardi, docente di Igiene alla Cattolica di Roma e consigliere del ministro della Salute- sono un ambiente in cui si riduce la distanza di sicurezza e, al contempo, si emettono particelle virali attraverso la respirazione, il ballo, il canto. In un momento in cui, per altro, le evidenze scientifiche ci dicono che il virus non soltanto si trasmette attraverso i droplets (goccioline emesse nella respirazione) ma anche attraverso l’aerosol, quindi a maggior distanza di due metri. È chiaro che le conseguenze sono quelle di una maggiore diffusione”. La colpa, dunque, “non è dei ragazzi, ma dobbiamo spiegare loro che in questo momento la circolazione del virus dipende soprattutto da loro”.
Deliberato anche l’obbligo di indossare le mascherine dalle 18 alle 6 su tutto il territorio nazionale, anche “all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie) ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti”
Un altro elemento da non sottovalutare per il rischio contagio è legato agli italiani di ritorno dalle vacanze dai paesi a rischio come Croazia, Spagna, Grecia e Malta. Come indicato dal Ministero della Salute, è “obbligatorio sottoporsi ad un test molecolare o antigenico, da effettuarsi per mezzo di tampone, al momento dell’arrivo in aeroporto. Porto o luogo di confine, ove possibile, ovvero entro le 48 ore dall’ingresso nel territorio nazionale presso l’azienda locale di riferimento”.
VACCINO: AL VIA I TEST SULL’UOMO E LA RUSSIA REGISTRA IL SUO PRIMO VACCINO
Continua la corsa nel rendere disponibile al più presto un vaccino in grado di combattere il virus. Al momento, sono 165 i vaccini contro il Coronavirus in fase di sviluppo in tutto il mondo, di cui 27 già in fase di sperimentazione sull’uomo, ma è la Russia a registrare per prima il suo vaccino contro il Covid-19 nel mondo. Ad annunciarlo è stato il presidente Putin spiegando che il vaccino, dal nome Sputnik V in riferimento al primo satellite di epoca sovietica lanciato nello spazio nel 1957, sviluppato dall’Istituto Gamaleya di Mosca ha ricevuto il via libera del ministero della Sanità dopo meno di due mesi di test sugli esseri umani. Il ministro della Sanità Mikhail Murashko ha detto che il vaccino “si è dimostrato altamente efficace e sicuro” e ha superato tutti i controlli richiesti anticipando anche che il prossimo passo sarà quello di iniziare una vaccinazione di massa a ottobre. Una corsa vinta dalla Russia che pero’ non convince gli esperti che su Nature hanno definito l’eccessiva fretta nel registrare il vaccino “avventata, sconsiderata e basata su pochi dati”. Anche l’OMS ha accolto con cautela l’annuncio di Putin affermando che il vaccino necessitava ancora di un rigoroso controllo di sicurezza. Putin ha assicurato che il vaccino è sicuro e il ministero della Salute di Mosca, in una recente dichiarazione, ha annunciato che “il primo lotto del nuovo vaccino contro il coronavirus sviluppato dall’istituto di ricerca Gamaleya è stato prodotto”.
Anche la Cina, paese del mondo da dove tutto ha avuto inizio, ha brevettato il suo primo vaccino contro il nuovo Coronavirus: l’Ad5-nCoV è stato sviluppato da CanSino Biologics in collaborazione con l’Istituto di biotecnologia dell’Accademia delle scienze mediche militari.
A sollevare delle perplessità i dati ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo i quali né il vaccino registrato in Russia né quello cinese risultano tra i sei che oggi sono nella “fase 3” di sperimentazione, quella relativa all’affidabilità ed efficacia del vaccino. Tra i due “litiganti” arriva un terzo paese: Cuba che ha annunciato la prima fase di test clinici per il suo vaccino, “Soberana 01”, a partire dal 24 agosto. I test saranno effettuati su 676 persone tra i 18 e gli 80 anni e i risultati disponibili a gennaio 2021.
Per quanto riguarda la corsa del vaccino made in Italy di Pomezia-Oxford con AstraZeneca, dopo l’arrivo delle prime dosi all’Istituto nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, è previsto dal 24 agosto l’inizio dei primi test sull’uomo. L’istituto ha infatti annunciato di cercare volontari sani, “di ambo i sessi e di età compresa tra i 18 e i 55 anni, oppure tra i 65 e gli 85 anni, iscritti al servizio sanitario nazionale”.“L’impegno consiste in una visita per valutare lo stato di salute e, se idoneo, altre 8 visite nel corso di 7 mesi – si legge nella nota – La durata di ciascuna visita è di circa 30 minuti. Il giorno della vaccinazione sarà chiesto di restare in osservazione per circa 4 ore. Per il tempo e l’impegno richiesto è prevista un’indennità adeguata alla vigente normativa”. Condizione indispensabile per partecipare alla sperimentazione non aver contratto il covid e “non aver partecipato ad altri studi clinici nel corso dell’ultimo anno”.